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L’Opinione | Tra memoria e fantasmi, True Detective ci riporta dentro l’incubo

Nic Pizzolatto torna alle origini della serie indagando il male umano. Su CHILI

Mahershala Ali è il detective Wayne Hayas in True Detective 3.

Ci accorgiamo di quanto è mancata una cosa solo quando la ritroviamo. Mentre parte la sigla, infatti, con i volti e le ombre di un mondo malvagio e affascinante – questa volta accompagnata dalla calda Death Letter di Cassandra Wilson – capiamo il motivo per il quale True Detective – trovate il primo episodio della terza stagione su CHILI -, negli anni, è rimasta radicata nel nostro immaginario. Al netto della seconda stagione, con i suoi troppi difetti e i suoi sparuti pregi, comprendiamo meglio anche il perché di quell’emozione ritrovata, a metà tra il conforto e la paura: dalla Louisiana dei biblici Rust Cohle e di Marty Hart, in fondo non ce ne siamo mai andati.

Qualcosa era rimasto in sospeso, le stelle rimirate stavano per spegnersi, inghiottite da quel Re Giallo colpito ma non abbattuto. Del resto, il male trova sempre terra fertile su cui germogliare. E, già nei primi due episodi della terza stagione, il solco è chiaro: il tempo, questa volta, deve finire il suo giro, in un triangolo in cui passato, presente e futuro si accavallano in un piano cronologico che segna il percorso da seguire. Un percorso offuscato, scrive naturalmente lo sceneggiatore e ideatore Nic Pizzolatto, da morte e oscurità.

True Detective, un'immagine della serie.
Mahershala Ali e Stephen Dorff in una scena di True Detective 3.

Nella prima delle otto puntate, siamo nel 1990 e, seduto ad un tavolo, c’è l’ex detective Wayne Hayas, interrogato dai colleghi di una volta. Gli domandano di quel lontano 7 novembre 1980. Il giorno in cui morì Steve McQueen, mentre la luna sull’Arkansas era piena e due bambini, fratello e sorella, uscivano di casa senza mai farci ritorno. Vedendo Mahershala Ali, in un folgorante primo piano, il ricordo non può che non andare a Matthew McConaughey, che nella prima stagione, al fianco di Woody Harrelson, aveva affrontato a mani nude il diavolo in persona.

Mahershala Ali e Stephen Dorff.

Ed è lampante che True Detective ha l’intenzione di tornare alle sue origini, tra spettri, metafore, folklore e indizi disseminati con cura. Così, il detective Ali – in una crescita di bravura esponenziale – viene affiancato nell’indagine di dieci anni prima da un ruvido Stephen Dorff, nella divisa di Roland West. Come Rust e Marty, pure Wayne e Roland sono agli antipodi: parlano del nulla in una macchina che puzza di sigaretta e whiskey da quattro soldi. Uno caccia per mangiare, l’altro per noia. Wayne è solido, Roland risoluto. Ma, tutti e due, in una tana del demonio chiamata America, si mettono alla ricerca della verità di un caso, scopriamo andando avanti nel 2015, tutt’altro che chiuso.

Mahershala Ali in una scena della terza stagione.

E, in un gioco di memoria e fantasmi, ci ricordiamo che l’universo di True Detective è lì per farci bramare sogni e incubi, per mezzo di una scrittura marmorea, elevata da una costruzione meccanica perfetta: la livida fotografia, i simbolismi, i tamburi della colonna sonora di T-Bone Burnett, che avanzano in un crescendo di sguardi, rivelazioni, incastri di buoni e di cattivi. Intrappolati in un mondo da cui non si può andare via né restare. Essenziali elementi di una spirale feroce e allegorica, disegnata nel cielo azzurro o in un consumato taccuino.

Mahershala Ali alias Wayne Hayas e Carmen Ejogo che interpreta Amelia.

”Tell me a story. In this century, and moment, of mania, tell me a story. Make it a story of great distances, and starlight. The name of the story will be Time, but you must not pronounce its name. Tell me a story of deep delight”, scriveva Robert Penn Warren nel poema Tell Me A Story, letto da Amelia – prima maestra e poi scrittrice di successo, oltre che futura moglie di Wayne – alla sua classe, di cui i piccoli fratelli Purcell, Tom e Lucy, facevano parte. Del resto, il passato verbale è d’obbligo: chi ha ucciso Tom? Dov’è finita Lucy, che la notte di Halloween ha guardato in faccia il mostro più cattivo di tutti, senza faccia né anima? E, dice Wayne, l’unica arma possibile per sconfiggere il male è quel tempo che gira su se stesso, finalmente fermatosi per chiudere i conti. True Detective, che grande romanzo televisivo.

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Qui sotto potete vedere il trailer di True Detective 3:

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