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Perché The Undoing è un’ottima serie. Nonostante la mano di Susanne Bier…

Hugh Grant e Nicole Kidman sono i protagonisti del crime Sky che funziona nonostante la regista…

Nicole Kidman e Hugh Grant in The Undoing
Nicole Kidman e Hugh Grant in The Undoing

ROMA – Lo diciamo subito: The Undoing funziona (bene) nonostante ci sia Susanne Bier alla regia. Nulla di personale, ci mancherebbe, ma chi scrive proprio non comprende come la regista danese sia considerata una firma di rilievo. Del resto ha all’attivo un solo (grande) successo, ovvero In un Mondo Migliore, uscito nel lontanissimo 2011 e meritevole dell’Oscar come Miglior Film Straniero. Da quella pellicola, che le valse la fama, è passato tanto tempo. In mezzo una serie di titoli più o meno mediocri e facilmente dimenticabili: Love is All You Need, Una Folle Passione, Bird Box. Poi, nel 2016, il primo passaggio alla serialità, questa volta con notevole successo, firmando la regia di The Night Manager, tratto dal romanzo di John Le Carré.

The Undoing: Nicole Kidman e Hugh Grant
Nicole Kidman e Hugh Grant

E, sempre da un romanzo (Una Famiglia Felice di Jean Hanff Korelitz, in Italia edito da Piemme) è tratta The Undoing, targata HBO ed edita in Italia da Sky Atlantic. Sei puntate in cui, al netto del fattore Bier, che carica più del dovuto alcuni passaggi dello script, viene fuori tutta l’eccellente capacità narrativa dello showrunner David E. Kelly (che riprende, per certi versi, alcuni temi già visti nel suo capolavoro, Big Little Lies) e l’incredibile alchimia tra i protagonisti: Nicole Kidman e Hugh Grant. La storia? Di sorprese, ve lo diciamo, ce ne sono tante, ma senza fare spoiler possiamo anticiparvi che siamo in compagnia di Grace Fraser (Kidman), una terapista di successo, e a suo marito Jonathan Fraser (Grant), un empatico oncologo. Grace e Jonathan vivono la vita perfetta nell’Upper West Side di New York, fino a quando un omicidio li coinvolge direttamente, facendo emergere torbidi segreti.

The Undoing
Matilda De Angelis e Nicole Kidman

L’omicidio, appunto, è quello di Elena Alves (Matilda De Angelis, che recita in inglese e non sbaglia un accento: brava, finalmente anche l’Italia ha interpreti esportabili ad Hollywood), ambigua ispanica che, dalla ben più popolare Harlem, porta suo figlio nella prestigiosa scuola frequentata dai Fraser. Elena fa l’artista e scopriamo, fin dai primi minuti, essere stranamente attratta da Grace. Qui ci fermiamo per non rovinarvi le sorprese ma, come detto, The Undoing, nella sua struttura da thriller contemporaneo, sbaglia davvero poco. Episodio dopo episodio entriamo nella mente di Grace/Kidman e di Jonathan/Grant, mentre David E. Kelly – che sa perfettamente come si scrive una serie tv – si diverte a rimescolare sensazioni ed emozioni, alternando il “divertente” gioco della caccia al(la) colpevole.

Una scena di The Undoing
Una scena di The Undoing. Nel cast anche Donald Sutherland e Noma Dumezweni

Così, The Undoing, che nella struttura mantiene intatte tutte le regole del giallo, parallelamente va a toccare temi più intimi, e strettamente attuali. Si passa per l’incomunicabilità familiare e per il bisogno di apparire, per lo strapotere dei media, che smaniano nel creare o distruggere a piacimento il mostro da sbattere in prima pagina, indirizzando e distorcendo a piacimento l’opinione pubblica. E finiamo anche (e forse soprattutto) sulle responsabilità genitoriali (perché poi l’attenzione, vedrete, la prenderà tutta il piccolo Henry Fraser, interpretato da Noah Jupe), con quel senso di famiglia ormai alterato e deteriorato in nome di un’individualità incosciente, con i Fraser, infatti, che vanno oltre la colpevolezza o l’innocenza: da una parte Hugh Grant, imbolsito e ingannevole; dall’altra Nicole Kidman, fragile e imprevedibile. Un abbinamento perfetto ed esplosivo, per un’altra, ottima serie televisiva.

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