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Thandie Newton: «Il #MeToo, l’umanità dei robot e l’uguaglianza di Westworld»

L’intervista di Hot Corn ad una delle protagoniste della serie sci-fi di Jonathn Nolan e Lisa Joy

Thandie Newton
Thandie Newton

LOS ANGELES – «Grazie a Westworld ho imparato a fare cose che altrimenti mi sarei solo sognata» dice Thandie Newton. L’attrice e attivista inglese si presenta al Four Seasons di Beverly Hills per parlare della terza stagione (qui la nostra recensione) dell’amata serie sci-fi disponibile su Sky Atlantic e Now Tv: è magnetica, sorridente, elegante grazie a un abito Gucci: «Stasera devo renderlo, così torno a indossare la mia solita tuta». Da poco ha finito le riprese di Reminiscent, debutto cinematografico di Lisa Joy, la showrunner di Westworld insieme al marito Jonathn Nolan, in cui la vedremo per la prima volta sullo schermo a fianco della figlia Nico, già attrice nel live-action di Dumbo. Nei nuovi episodi di Westworld Thandie Newton torna invece nei panni della ribelle umanoide Maeve, stavolta alle prese con il mondo reale e con Serac, il personaggio introdotto da Vincent Cassel.

Thandie Newton
Thandie Newton è Maeve

PARLEZ VOUS ITALIAN – «Maeve ha davvero vissuto in ogni mondo possibile. Il mio preferito? Lo Shogun, quello era davvero speciale: il modo incredibile in cui era allestito il set, gli attori arrivati direttamente dal Giappone, l’attenzione al dettaglio, dovere imparare la lingua giapponese e a combattere con una spada samurai. Anche per i nuovi episodi ho dovuto imparare una nuova lingua, l’italiano. Ma io non sono brava come Maeve, che le basta premere un pulsante ed è subito un’esperta; io riesco a parlare un’altra lingua solo finché durano le riprese, il giorno dopo già mi scordo tutto».

Tessa Thompson, Evan Rachel Wood e Thandie Newton
Tessa Thompson, Evan Rachel Wood e Thandie Newton

POLIPO MAEVE – «La cosa che adoro di Maeve è che alla fine della Seconda Stagione si è in qualche modo ritirata. Ha deciso di non avere più impegni, ha rilasciato una figlia nel mondo, che poi non è neppure sua, ma per lei prova sentimenti forti e ciò è una prova dell’esistenza della sua coscienza. Ho letto da qualche parte del comportamento delle madri polipo: partoriscono e non vanno da nessuna parte, nutrono il figlio e puoi muiono, e mi piace pensare che Maeve sia fatta in modo simile. Non è più interessata né agli esseri umani né ai robot, non gliene importa proprio nulla e per questo Serac dovrà davvero impegnarsi per coinvolgerla nei suoi piani. Adoro che nel suo arco narrativo Maeve sia arrivata a questo punto e che se lo sia anche guadagnato».

Rodgrigo Santoro e Thandie Newton
Rodgrigo Santoro e Thandie Newton

METAFORE – «Essere parte di Westowrld mi ha dato una certa curiosità sull’Intelligenza Artificiale. Lisa e Jonathan (gli showrunner, NdR) hanno diversi consulenti nella Silicon Valley, loro sanno in che direzione la tecnologia si sta sviluppando e usano le informazioni come background per la loro storia. Io invece non sono brava con quel genere di cose e piuttosto vedo lo show come una metafora, con i robot che sono i diseredati e gli sfruttati del nostro mondo mentre gli umani sarebbero gli sfruttatori. Ma al tempo stesso i robot di Westworld sembrano molto umani e così il tuo sbconscio è costretto a riesaminare ogni cosa».

Vincent Cassel
Vincent Cassel e Thandie Newton

SERAC IL MARXISTA – «Esistono già dei “Westworld” nel nostro mondo, la gente viaggia ovunque per stuprare bambini e riesce pure a farla franca. In ogni potente organizzazione o business, che sia di sport o intrattenimento, ovunque ci sia parecchio denaro, c’è chi ha troppo e chi ha troppo poco, con tutta la corruzione e sfruttamento che ne deriva. La tecnologia ha la potenzialità di cambiare queste dinamiche e portare più uguaglianza fra la gente ed è qui che subentra il personaggio di Serac: lui ha creato un sistema in cui le risorse sono distribuite equamente. Poi esistono anche i virus e Dolores ne sa qualcosa, e ci sono tanti altri elementi che entrano in gioco nello show. Ma il monito di fondo resta: in che modo diamo valore alla vita, come trattiamo l’un l’altro, come ci aspettiamo di sopravvivere se facciamo troppo affidamento nell’intelligenza artificiale?».

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PIONIERI DI UGUAGLIANZA – «Sono un’attivista da 25 anni e posso dire che sì, sta accadendo un cambiamento, lento ma sicuro. Il movimento #MeToo non ha iniziato nulla, è stato piuttosto l’esplosione di uno sforzo verso cui gli attivisti hanno lavorato da tempo. Westworld è stato un esempio sin dall’inizio con i salari uguali tra uomini e donne. Anche i ruoli degli attori sono equi grazie a Jonathan e Lisa che hanno un grande rispetto e influenza reciproca. In questo senso anche il rapporto tra Maeve e Serac è molto interessante e il modo in cui sono rappresentati: hanno la stessa forza, sia dal punto intellettuale che fisico. Credo che Jonathan sia femminista almeno quanto Lisa, se non di più. In questa terza stagione, cinque degli otto episodi sono diretti da donne, cosa inaudita per altri show televisivi ma per Westworld rientra nella norma. Per me queste sono cose fondamentali, pensi che 19 anni fa ho chiamato mia figlia “Ripley” come la protagonista di Alien, perché era una donna in cui potevo riconoscermi. Guardavo il film e pensavo: questa tipa spacca, sta uccidendo un alieno mentre tiene in braccio una ragazzina e pure un gatto! Volevo che per i miei figli l’uguaglianza fosse un fatto normale».

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Qui potete vedere il trailer della terza stagione di Westworld:

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