ROMA – “Ho lavorato al film per sette anni, ed è una storia che ci aiuta a capire quanto dietro un’opera d’arte ci sia dietro l’ingegno umano. E oggi, con una narrazione disumanizzante, è importante riscoprire storie come questa”. E infatti Sergio Rubini con I Fratelli De Filippo ha voluto raccontare proprio come si diventa autori, portando sul grande schermo della Festa del Cinema di Roma 2021 (il film è un teaser di una serie tv) la vicenda di Peppino, Titina ed Eduardo De Filippo (Mario Autore, Domenico Pinelli, Anna Ferraioli Ravel). Siamo agli inizi del Novecento, e i tre fratelli vivono con mamma Luisa. Il “papà” è Eduardo Scarpetta che, pur non riconoscendo i tre figli naturali, li ha introdotti fin da bambini nel mondo del teatro. Alla morte del grande attore, i figli legittimi si spartiscono la sua eredità, mentre a Titina, Eduardo e Peppino non spetta nulla. Ai tre giovani, però, “zio” Scarpetta ha trasmesso un dono speciale, il suo grande talento. Quella dei De Filippo è la storia di una ferita familiare che si trasforma in arte. E di tre giovani, che, unendo le forze, danno vita a un modo del tutto nuovo di raccontare la realtà con uno sguardo che arriva fino al futuro.
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