MILANO – Gli oggetti di una vita. Il senso della fine. Un difficile rapporto fra madre e figlia. Nasce da qui Tutti i ricordi di Claire, storia di una assolata mattina d’estate quando Claire Darling si sveglia con una certezza: quello sarà il suo ultimo giorno di vita. Perciò la donna decide di disfarsi di tutti gli oggetti che le appartengono. In preda alla follia (o a una lucida visione) mette in atto il suo piano ma l’arrivo della figlia Marie, che non vedeva da anni, cambierà tutto. Partendo dal romanzo Il cassetto dei ricordi segreti di Lynda Rutledge, la regista Julie Bertucelli esplora le esistenze delle protagoniste. In scena una vera coppia madre e figlia: Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni.

REALTÀ E FINZIONE «Mi è piaciuto mescolare il lato di finzione e dramma della trama con il reale: far interpretare Claire e Marie, la madre e la figlia, da Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni, ma anche giocare con i miei ricordi d’infanzia nel ricostruire qualcosa di vero. Inoltre, abbiamo girato nella casa di mia nonna: il romanzo si svolge negli Stati Uniti, ma ho deciso di fare il film in Francia e mi è parso naturale usare quella casa di famiglia. Non potevo immaginare di realizzarlo altrove».
MADRE E FIGLIA «Chiara e Catherine avevano già interpretato una madre e una figlia, ma non in una maniera tanto intensa. Credo che entrambe ne avessero voglia ed è stato appassionante per tutte noi lavorare su questo doppio livello attorno a una relazione complessa e diversa dalla loro. Mi interessava andare alla ricerca di una tristezza o di una rabbia che non hanno nella vita, di rilavorare la realtà e ricrearla».

L’IDEA «Un’amica mi ha fatto leggere il romanzo di Lynda Rutledge dicendo che la faceva pensare a me. Sono una grande collezionista di oggetti, li considero una porta aperta sulle storie di famiglia. Sono pregni di un vissuto, posseggono un’anima. Così mi sono immersa in quella narrazione che offriva una trasposizione di storie e temi a me cari: i rapporti tra madre e figlia; i morti che ci perseguitano; gli oggetti e i mobili che ci invadono e ci servono da memoria, i segreti e i non detti familiari che ci aggrediscono. E l’oblio che ci rattrista eppure ci libera e alleggerisce».

IL VALORE DELLE COSE «In psicanalisi si dice che collezionare cose significhi scongiurare la morte, allontanarla, perché si troverà sempre un altro pezzo di un puzzle senza fine. Quindi, vendere i propri oggetti è un atto ancora più folle per Claire. Accettare che tutti gli oggetti da lei acquistati e amati sopravvivano alla morte e possano avere un’altra vita, è accettare di morire. Organizzando il mercatino dell’usato, la protagonista fa tornare la figlia Marie che non vedeva da vent’anni. Quegli oggetti, che cristallizzano le tensioni da loro vissute, sono l’occasione per parlare di nuovo del passato. Finché c’è tempo per parlarsi, tutto è possibile».
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