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Tornando a Est | Lodo Guenzi, Jacopo Costantini, Matteo Gatta e un sequel vincente

Tre ragazzi, una Renault scassata e una grande avventura: Dal 13 febbraio al cinema con Plaion Pictures

Un estratto dalla locandina ufficiale di Tornando a Est, un film di Antonio Pisu
Un estratto dalla locandina ufficiale di Tornando a Est, un film di Antonio Pisu

ROMA – Squadra che vince non si cambia. A cinque anni di distanza dal precedente capitolo, Est – Dittatura Last Minute, Antonio Pisu si circonda nuovamente del riuscito trio formato da Lodo Guenzi (Rice), Jacopo Costantini (Bibi) e Matteo Gatta (Pago), dando inizio ad una nuova avventura, dal sapore dolceamaro, che a differenza del primo capitolo, osserva il dramma, preferendogli però i linguaggi del cinema action e così del thriller spionistico. Tornando a Est è in uscita nelle sale a partire da giovedì 13 febbraio, distribuzione a cura di Plaion Pictures. Ricordate i rocamboleschi e malinconici eventi di Est – Dittatura Last Minute? La rincorsa di quell’ideale apparentemente impossibile, schiacciato dall’oppressione dittatoriale di Ceausescu, eppure radicato in profondità, nel desiderio del popolo romeno di tornare a vivere, in totale libertà, senza alcuna violenza o abbandono? Bene, è passato qualche anno da quel viaggio adrenalinico.

Lodo Guenzi, Jacopo Costantini e Matteo Gatta in una scena di Tornando a Est
Lodo Guenzi, Jacopo Costantini e Matteo Gatta in una scena di Tornando a Est

La maledetta valigetta nera. La stessa che qualcuno metteva in salvo. La stessa che qualcuno gettava dall’auto in corsa -, eppure i tre amici di Cesena non sembrano averne avuto abbastanza. Questa volta si parte per Sofia, Bulgaria, alla ricerca di un potenziale amore e come d’attese, al centro di un caos spionistico, dal respiro thriller e al tempo stesso demenziale, che non esclude mai realmente il dramma, traccia sotterranea di notevole intensità.  Pensate alla ormai leggendaria trilogia cult di Todd Phillips, Una notte da Leoni e tenete bene a mente il meraviglioso e malinconico Non ci resta che piangere di e con Massimo Troisi e Roberto Benigni, passando per Robert Zemeckis e i linguaggi del road e così del buddy movie. Tornando a Est è ciascuna di queste anime e al tempo stesso nessuna, nel suo incidere lento e curiosamente tensivo, attraverso una storia che ben conosciamo – Pisu torna abilmente al riuso del materiale d’archivio e il piglio documentaristico, è gestito con grande cura -, spezzata da una scrittura sagace e ormai consapevole, di una cifra stilistica da non perdere di vista.

Tornando a Est, il nuovo film di Antonio Pisu, dal 13 febbraio al cinema con Plaion Pictures
Tornando a Est, il nuovo film di Antonio Pisu, dal 13 febbraio al cinema

La medesima del primo capitolo, che tra dramma e commedia, ha saputo intercettare alla perfezione, un’esperienza cinematografica riuscita fino in fondo, poiché varia, vitale e inevitabilmente riflessiva. Un plauso meritato va a Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, i “reali” protagonista di questa folle anima road, della quale oggi sorridiamo, seppur amaramente. Come detto, un viaggio alla ricerca di un potenziale amore, destinato a risolversi nell’inavvertita e drammatica consapevolezza di una realtà altra, che ancora una volta affonda denti e sguardo su violenti atti socio/politici di un tempo altro, ormai estraneo, eppure spaventosamente vicino. Infatti, in Bulgaria, effetti e conseguenze della criminalità organizzata, della prostituzione e così delle incessanti e brutali violenze di un sistema di stato pericolosamente deviato, non sfuggono al SISMI. Sfuggono però ai tre amiconi di Cesena, anime goffe e in qualche modo perfino disperate – c’è chi è stanco della propria vita, chi si è perduto e addirittura chi non si è mai ritrovato – di un viaggio che tutto può cambiare. Perfino la definitiva consapevolezza del luogo in cui si intende restare e così della vita futura, degli obiettivi e della serenità da costruire, senza più darsi alla fuga, senza più tornare sulla strada.

Nel cast anche Alexandra Lashkova
Nel cast anche Alexandra Lashkova

Malgrado l’evidente limitazione di budget – la messa in scena della sparatoria conclusiva, rischia di apparire fin troppo ingenua e cartoonesca -, Tornando a Est è un film di gran lunga superiore al capitolo che lo precede, forte di una maggiore complicità rispetto al cast giovane e di una gestione dei tempi comici e drammatici, ormai rodata e limita alla perfezione. Basti pensare alla gag sull’ultimo episodio de La Piovra, piuttosto che alla costruzione della maschera buffa di Bibi, l’Alan (Zach Galifianakis/Una notta da leoni) nostrano, colui che dà inizio al caos, pur riuscendo a in un modo o nell’altro, dunque consapevolmente o meno, a risolverlo. Splendido lavoro quello di Jacopo Costantini. Un’ottima lezione di cinema dai moltissimi meriti. Primo tra tutti, uno sguardo alla storia lucidissimo, divertito e inevitabilmente attento alla sensibilità di racconto, che tra documentaristico, reportage e demenziale, rintraccia la sua dimensione più adeguata. Avercene autori come Antonio Pisu. Avercene film come Tornando a Est. Il road movie è tornato in Italia, ma il suo sguardo è globale. Fortunatamente.

 

 

 

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