ROMA – In Mufasa: Il Re Leone, il pubblico avrà finalmente l’opportunità di conoscere il passato di Sarabi, la futura regina e madre di Simba. Tiffany Boone, voce del personaggio, racconta come ha affrontato la complessità di Sarabi: una leonessa forte e indipendente, ma anche capace di mostrare la sua vulnerabilità. Sotto la direzione di Barry Jenkins, Boone esplora l’evoluzione di un personaggio che non è soltanto una madre e una moglie, ma una giovane leonessa in cerca della propria identità. Ecco cosa ci ha raccontato su Zoom.

TRA FORZA E VULNERABILITÀ – «Mi sento molto legata a Sarabi, abbiamo molto in comune. Posso essere sfrontata e indipendente, ma sotto la superficie sono una tenerona. Non appena sono in compagnia di persone che mi fanno sentire al sicuro, divento completamente me stessa. Nel film, il viaggio di Sarabi è proprio questo: trovare una comunità e avere il coraggio di mostrare il proprio lato vulnerabile. È un percorso che è venuto fuori in maniera molto naturale per me. C’è una scena molto interessante in cui Sarabi cammina e parla con Taka. Qui emerge un perfetto equilibrio tra il suo lato sarcastico e quello più vulnerabile. È stata una delle parti più divertenti da interpretare, perché mostra davvero tutte le sfaccettature del suo carattere».

LA PREPARAZIONE PER IL RUOLO – «Ho sentito una forte responsabilità nell’essere parte dell’eredità de Il Re Leone. Volevo renderle giustizia, e per me questa è stata la prima esperienza come doppiatrice. Ho lavorato con un coach, rivisto tutti i film precedenti per capire meglio il contesto e le interpretazioni passate di Sarabi, fatto lezioni di canto e poi il lavoro più classico per un attore: analizzare le intenzioni del personaggio, gli ostacoli da superare e le sue relazioni. È stato un processo lungo e molto intenso».

SARABI, OLTRE LA REGINA – «Spero che il pubblico riesca a conoscere meglio Sarabi. Da fan de Il Re Leone, sapevo poco di lei: la vediamo come madre, moglie, regina, ma non sappiamo come è arrivata lì. È interessante scoprire che non è sempre stata la figura sicura che conosciamo. All’inizio di Mufasa: Il Re Leone è una giovane principessa che cerca di capire chi è, proprio come tutti noi. Spero che il pubblico riesca a riconoscersi in questo percorso di crescita».

LAVORARE CON BARRY JENKINS – «Barry mi ha sorpreso. Realizza film profondi e drammatici, quindi mi aspettavo una persona molto seria. Invece scherza sempre, creando un’atmosfera di gioia sul set. Mio marito aveva già lavorato con lui e mi aveva detto che è proprio così che lavora. Ovviamente rispetta il lavoro e sa essere estremamente serio e riflessivo nei momenti giusti, ma ha anche un lato leggero e divertente che rende il processo creativo davvero speciale».
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