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L’inizio della fine | Bruce Miller racconta la conclusione di The Handmaid’s Tale 3

Lo showrunner a New York spiega la fine della terza stagione e annuncia cosa vedremo. O forse no…

Elisabeth Moss nei panni di June Osborne in The Handmaid's Tale.

NEW YORK – Diciamolo subito, così ci togliamo il pensiero: sì, siete in buona compagnia se, dopo i titoli di coda dell’ambiguo finale della terza stagione di The Handmaid’s Tale, vi siete trovati a pensare: «E adesso»?. Bene, non preoccupatevi, perché anche il creatore della serie, Bruce Miller, si sta chiedendo esattamente la stessa cosa. «Solitamente questa è sempre una buona domanda da porre alla fine della stagione: e adesso?», ironizza Miller, anche produttore esecutivo della serie, durante un incontro con il pubblico SAG-AFTRA, qui a Manhattan. Il finale di stagione ha lasciato i fan di Gilead con il fiato sospeso mentre guardavano gli episodi e il piano di June per aiutare decine di bambini a fuggire.

Elisabeth Moss in una delle puntate della Stagione 3. Foto di Elly Dassas.

Così, mostrando la vera forza della resistenza – nonché un lato oscuro di un incredibile Elisabeth Moss – le azioni di un folto gruppo di Marta e Ancelle hanno assicurato la libertà a molte persone che sono arrivate in salvo in Canada negli attimi finali dell’episodio. Come previsto, The Handmaid’s Tale ha mutilato, ma non ferito gravemente, June Osborne (Moss), rimasta indietro ancora una volta per liberare sua figlia, Hannah (Jordana Blake). L’episodio si è rivelato una mossa da maestro per June, che ha però rovinato le condizioni di vita che si era assicurata con il comandante Lawrence (Bradley Whitford).

Un’ancella per amica: Bruce Miller tra Alexis Bledel e la Moss.

In sostanza, il finale potrebbe aver messo gli sceneggiatori di con le spalle al muro: come farà Gilead a riprendersi dalla perdita? Come potrà la quarta stagione non iniziare con June e i suoi cospiratori appesi alle Mura? «State parlando di un mondo in cui i bambini sono la risorsa più grande, quindi sono sicuro che Gilead sarà, diciamo, distratto», specifica Miller, aggiungendo che non ha ancora scritto per intero la mappa narrativa per il ritorno della serie. «Perché cerco di non pianificare la prossima stagione: altrimenti puoi sentirne l’odore a un miglio di distanza».

Ancora Elisabeth Moss nella terza stagione di The Handmaid’s Tale.

La serie, adattata dal romanzo di Margaret Atwood del 1985, è stata rinnovata per una quarta stagione prima della messa in onda del finale. I più grandi cliffhanger risalgono a June e Lawrence, che ha orchestrato il “rapimento” e la fuga di mezzanotte in volo. Non è chiaro come June e Lawrence possano farsi strada per non essere incolpati del piano che si è concluso con June colpita da un proiettile nella foresta. Ma questa non è la prima volta che la vediamo sfuggire a una punizione fatale. «June ha molti più assi nella manica di quanti Lawrence pensasse», afferma. «Ma dovrà versare altro sangue e mandare le persone a spargere ancora più sangue se vorrà continuare questa lotta».

Cosa significa? Che Miller anticipa che Lawrence potrebbe rimanere un’alleato di June mentre attraversa Gilead per proteggere la figlia. «Lawrence è molto, molto colpito da June. È un ragazzo forte che sa come sopravvivere. Nessuno presta attenzione a lui, nessuno socializza con lui anzi ne hanno paura e qesta è sempre di più la mia percezione. Ecco a cosa dovreste pensare». Adesso Miller spera di mantenere la reazione della quarta stagione allo stratagemma di June la più realistica possibile: «Dal punto di vista di Gilead è un atto di ribellione come quello che accade nei giorni di bassa fecondità in cui i bambini sono il bene più prezioso». Il primo passo per rispondere alle nostre domande? Per Miller comporterà conversazioni con le Nazioni Unite per capire come un Paese reagirebbe al rapimento dei propri figli: «Esatto. Non come reagirebbero in un film o in una serie. Parliamo con persone che lo studiano davvero queste cose e poi cerchiamo di rielaborare».

I ricordi: la famiglia di June.

Ci siete? Bene. Allora: se l’obiettivo di June potrebbe essere diventato confusionario per alcuni spettatori, Miller assicura che il suo scopo non è cambiato: riunirsi con Hannah, non distruggere il regime. «June sta prendendo Gilead per le corna. Non le importa se sopravviverà». Ma come si concluderà The Handmaid’s Tale non è stato ancora pensato dagli sceneggiatori. «Perché, come ho già detto, non ho una mappa o un programma, ma so, molto precisamente, dove voglio che June finisca. Non so nemmeno quante stagioni saranno, ma l’obiettivo è che quando ho finito, sia una serie che un giorno possa mettere su uno scaffale accanto al libro di Margaret e non sfigurare».
Ma se i fan sono stati entusiasti di vedere June abbandonare Gilead, c’è una grande possibilità che il finale possa essere differente: «Alla fine potresti riavere tua figlia, ma diventare una persona completamente diversa, oppure morire», conclude Miller. «Chi sei ora, non lo sarai mai più…».

  • Qui un panel di Miller con Margaret Atwood nel 2017:

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