in

Tenet | Il mondo invertito e il paradosso di Christopher Nolan. Perché (ri)vedere Tenet?

Prima di Oppenheimer, un film ambizioso che giocava con il concetto di tempo e con il cinema

tenet
John David Washington, figlio di Denzel, in una scena di Tenet.

ROMA – Un passo indietro dopo la scommessa vinta da Oppenheimer (al momento a 912 milioni di dollari di incasso) e molti passi avanti dopo aver rivisto Following, il primo film di Christopher Nolan, riportato al cinema lo scorso agosto dopo venticinque anni (ve ne avevamo parlato qui). Questa volta il rebus da risolvere si chiama Tenet che, dopo il passaggio in sala nel post COVID, dopo un incasso inferiore agli standard di Nolan (360 milioni di dollari, piena pandemia) e dopo lo streaming, approda ora anche in TV per la prima volta ed è l’occasione giusta per (ri)vedere e (ri)entrare nel favoloso mondo del regista, tra minacce di proporzioni apocalittiche, cast strepitosi e immagini (come sempre nel caso di Nolan) decisamente folgoranti.

tenet
Questione di stile: John David Washington e Robert Pattinson in una scena di Tenet.

Ma andiamo con ordine: Tenet, scritto interamente dallo stesso Nolan, parte da un budget di 205 milioni di dollari, una troupe di 250 persone e sette diverse location, da Ravello fino all’India, per un’opera stratificata in cui si ha l’impressione che il mondo creato da Ian Fleming entri in collisione con quello di Nolan, da sempre amante di 007 e dei film di James Bond. Eccoci allora dentro uno spy thriller in cui azione e fantascienza convivono uniti da una misteriosa organizzazione, Tenet, che cerca di prevenire lo scoppio di un conflitto dalle conseguenze disastrose per il genere umano la cui sopravvivenza è minacciata da un’arma nucleare, creata nel futuro, a cui ha accesso un oligarca russo (molto prima dell’Ucraina…) di nome Andrei Sator (Kenneth Branagh).

tenet
Il giro del mondo: un altro momento di Tenet.

Una pellicola che gioca con il concetto di tempo e con il cinema stesso grazie al montaggio di Jennifer Lame (partita da Noah Baumbach era anche su Oppenheimer) che taglia, riavvolge, intreccia e ricostruisce. Un film dalla trama complessa ma non impossibile da decifrare in cui passato, presente e futuro non sono – ovviamente – in ordine cronologico ma si accavallano. E se il film sembra aprirsi con un MacGuffin di hitchcockiana memoria (rievocato anche nei costumi del personaggio dell’algida Elizabeth Debicki) nulla in Tenet è lasciato al caso. Se è vero che i personaggi del film possono scovare le tracce del passaggio e dell’operato degli uomini del futuro nel loro tempo, è anche vero che Nolan dissemina di indizi il film. Sta a noi osservare con attenzione per cercare di riavvolgere le fila di tutto.

tenet
Washington con Elizabeth Debicki in una scena girata in Italia.

«Don’t try to understand it – feel it». Così suggerisce una scienziata a John David Washington – figlio di Denzel che vedremo ora in The Creator – e chissà se questa frase non sia un suggerimento diretto di Nolan a tutti gli spettatori. Perché? Perché Tenet è un’esperienza visiva e sonora, amplificata dalla colonna sonora di Ludwig Göransson che ricorda un cuore pulsante dal ritmo incessante. Se Memento, Inception o Interstellar erano mossi da un sentimento umano, caldo e avvolgente, in Tenet la “guerra gelida” combattuta da un’inconsapevole umanità si estende alle emozioni di un antagonista, emblema dell’egoismo dell’uomo, per un film ambizioso e colossale in cui Nolan affonda nei temi sviscerati nel corso della sua carriera.

Il confronto.

Quello di Tenet è così un rebus che sia Il Protagonista – così viene appellato John David Washington, che non ha un nome – che gli spettatori del film devono risolvere ricomponendo uno alla volta i frammenti di una storia che è ora, ma che è anche già stata e sarà. Risultato? Un’inversione temporale, un regalo di Nolan che riavvolge magicamente un presente nel quale siamo sprofondati senza appigli, restituendoci quella (magica) normalità che avevamo perduto. Imperdibile, fondamentale.

Qui il trailer di Tenet:

Lascia un Commento

Wonka

Wonka | Roald Dahl, uno strano prequel e la grande sfida di Timothée Chalamet

Shin'ya Tsukamoto

VIDEO | Shin’ya Tsukamoto: «Hokage, la storia del film e il mio percorso da regista…»