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Svegliami a mezzanotte | Un documentario imperdibile, tra depressione e maternità

Francesco Patierno firma la regia di un lavoro stupendo sulla storia vera di Fuani Marino

Svegliami a mezzanotte
Un dettaglio della locandina di Svegliami a mezzanotte

TORINO – Meraviglioso. Non c’è altro modo per descrivere Svegliami a mezzanotte, il documentario diretto da Francesco Patierno presentato in anteprima nella sezione Documentari Italiani del Torino Film Festival 40 e ora in sala. Il racconto di una storia vera, quella di Fuani Marino, giornalista e scrittrice dal cui romanzo omonimo e autobiografico (edito da Giulio Einaudi Editore) nasce l’adattamento scritto a quattro mani con lo stesso Patierno (nominato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento 2023). «Mi sono uccisa il 26 luglio 2012. Avevo da poco compiuto 32 anni e da neppure quattro mesi partorito la mia prima e unica figlia, Greta» . Dietro questa frase secca e concisa, Svegliami a mezzanotte indaga il disagio psichico della protagonista ma, al tempo stesso, diventa una cassa di risonanza che vuole illuminare le zone oscure della depressione che risucchiano le vite di chi ne è affetto.

Svegliami a mezzanotte
Un’immagine di Svegliami a mezzanotte

Non c’è spazio per dramma o autocommiserazione, Svegliami a mezzanotte è il racconto in prima persona, lucido e ipnotico, di Fuani Marino che, attraverso la voce di Eva Padoan, ripercorre la sua vita dalla nascita fino a quel fatidico 26 luglio, giorno in cui si è lasciata cadere nel vuoto dopo una giornata – così simile ad altre – passata al mare. Un gesto estremo, una manciata di secondi. Un prima e un dopo. Quattro piani che la separano dall’asfalto e da un finale inatteso. Fauni Marino sopravvive alla caduta e Svegliami a mezzanotte, nel racconto di quel dolore inspiegabile che l’ha portata a compiere un gesto al quale tutti cercano un perché, diventa una commovente lettera d’amore di una madre a sua figlia, una testimonianza di speranza.

Una scena del documentario

Come si può mettere in scena qualcosa di così intimo, delicato e doloroso senza cadere nella retorica? Patierno ha avuto l’intuizione perfetta decidendo di intrecciare immagini di repertorio (il documentario è prodotto, in collaborazione con Rai Cinema, da Istituto Luce che ne cura anche la distribuzione) con filmati e fotografie private della Marino. Un lavoro di associazioni ed evocazioni raffinato che il montaggio di Renata Salvatore ha saputo “cucire” con maestria facendo affiorare in quel racconto apparentemente privo di emotività (la scrittura non ha sbavature) tutte le emozioni che questa vicenda racchiude al suo interno.

Svegliami a mezzanotte
Fuani Marino, dal cui romanzo omonimo è tratto Svegliami a mezzanotte

La storia privata di Fuani Marino diventa così un viaggio nella psiche umana, un’indagine sul femminile e la maternità, sulle pressioni sociali e sulla malattia mentale con tutti gli stigmi e i pregiudizi che l’accompagnano. Ad unire ed amplificare tutte queste realtà la bellissima colonna sonora blues di Massimo Martellotta che lega il racconto donandogli un’atmosfera a tratti onirica. Svegliami a mezzanotte è un’opera struggente eppure piena di luce, un racconto capace di turbare eppure pieno d’amore. Le cicatrici della sua protagonista diventano una mappa attraverso la quale leggere passato e presente e, sopratutto, parlare di futuro. Un passo alla volta.

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Qui sotto potete vedere una clip di Svegliami a mezzanotte:

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