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Sulla Mia Pelle | Stefano Cucchi, Alessandro Borghi e il cinema civile di Alessio Cremonini

Il regista racconta l’ultima settimana di vita di Cucchi, tra la lotta della sua famiglia e la sua solitudine

Alessandro Borghi è Stefano Cucchi in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini

ROMA – Chissà cosa ne sarebbe stato della memoria di Stefano Cucchi se non fosse stato per la tenacia e la determinazione di sua sorella Ilaria che dal giorno del suo arresto, il 15 ottobre 2009, alle sentenze del 4 e del 7 aprile 2022, quando tutti gli imputati del processo-bis (omicidio preterintenzionale) e dell’inchiesta-ter (depistaggio) sono stati dichiarati colpevoli, non avesse lottato quotidianamente per far emergere la verità sulla sua morte. Tredici anni di processi, di tentativi di depistaggio, di offese, di bugie. Tredici anni di assenza e di dolore che Alessio Cremonini ha in parte raccontato in Sulla mia pelle, film incentrato sugli ultimi giorni di vita di Cucchi e sui tentativi della sua famiglia di mettersi in contatto con lui prima di scoprire che era morto al reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini.

sulla mia pelle
Alessandro Borghi è Stefano Cucchi in Sulla mia pelle

15-22 ottobre. Una settimana di custodia cautelare dopo che il giovane geometra romano viene trovato in possesso di 20 grammi di hashish, 3 dosi di cocaina e un medicinale per curare l’epilessia. Stefano Cucchi entra in caserma sulle sue gambe, senza un livido sul volto o sul corpo. La sua famiglia lo rivedrà solo da morto, otto giorni dopo, sul tavolo dell’obitorio ricoperto di ecchimosi. In quel lasso di tempo le indagini e le inchieste ora concluse – ci sarà un nuovo processo per due carabinieri accusati di aver dichiarato il falso nel verbale d’arresto – proveranno che Stefano è stato picchiato più e più volte dalle forze dell’ordine in servizio presso la Stazione Roma Appia.

Jasmine Trinca è Ilaria Cucchi

A prestare corpo e voce a Stefano un grande Alessandro Borghi in quella che forse è, ad oggi, la prova più difficile – fisicamente e psicologicamente – che ha affrontato nella sua carriera. Ad affiancarlo una combattiva Jasmine Trinca nei panni di Ilaria Cucchi, il motore di una famiglia che ha subito cercato di far sentire, invano, a Stefano la loro vicinanza. «Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi trenta morti in più. Nei sette giorni che vanno dall’arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo», ha raccontato il regista, «È la potenza di queste cifre, il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione che mi ha spinto a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone».

Una scena di Sulla mia pelle

Sulla mia pelle è un film asciutto, dettagliato, quasi documentaristico per come rievoca quella settimana fatta di botte (che non vengono mostrate) e solitudine, dolore e speranza. Un film di una potenza emotiva rara, un cinema civile. «Di tutta la vicenda, le polemiche, i processi, è l’ovvia ma allo stesso tempo penosa impossibilità di difendersi, di spiegarsi, da parte della vittima ad avermi toccato profondamente: tutti possono parlare di lui, tranne lui. Ecco, Sulla mia pelle nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita», ha sottolineato Cremonini, «Movimento. Parola. Sulla mia pelle, tra le varie cose, è modo di battere, di opporsi alla più grande delle ingiustizie: il silenzio».

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Qui sotto potete vedere il trailer del film:

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