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Saverio Costanzo: «L’amica geniale, i volti di Elena Ferrante e quella citazione di Rossellini»

Un’impresa? No, un sogno. Il regista racconta il set della serie evento tratta dai libri della scrittrice

Un’impresa titanica, anzi praticamente impossibile: Saverio Costanzo è il regista scelto per adattare su piccolo schermo L’amica geniale, primo romanzo della quadrilogia di Elena Ferrante (Edizioni E/O). I primi due episodi, prima di arrivare su Rai Uno sbarcano al cinema con un evento speciale di tre giorni dall’1 al 3 ottobre. Realizzata da HBO, Rai Fiction e TIMVision, la storia inizia in un rione popolare di Napoli negli Anni Cinquanta e ha per protagoniste due bambine molto diverse tra loro, Elena e Lila. Attraverso un’amicizia lunga mezzo secolo, si guarda l’Italia che cambia attraverso i loro sguardi. I diritti dell’adattamento tv sono stati acquisiti molto prima che dilagasse la cosiddetta Ferrante Fever, quando ancora solo due dei libri erano stati pubblicati. Lo sforzo produttivo s’inserisce nel più ampio progetto della rete ammiraglia di proporre serie di qualità dal respiro internazionale ma dal sapore tutto italiano. Ecco il progetto nelle parole di Costanzo.

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Saverio Costanzo sul set de L’amica geniale.

FERRANTE & ME «Elena? Lei ha suggerito il mio nome ai produttori. Io, che già avevo letto la quadrilogia, ricordo esattamente dove mi trovavo quando la casa editrice mi ha chiamato. Non ho esitato un attimo ad accettare. Prima di adattare un lavoro devi però capire se il cuore del racconto somiglia a quello che puoi mettere in scena. E, mutatis mutandis, era questo il caso perché condividevamo l’idea di rappresentazione e l’ostinazione verso la verità drammaturgica. È stato un privilegio più che una responsabilità».

Saverio Costanzo durante la conferenza stampa a Venezia de L’amica geniale.

I ROMANZI «Molti aspetti decretano il successo di un’opera. In questo caso non basta dire che si tratta di un’amicizia epica né che dal locale si passa all’universale. Tutto vero, ma è fondamentale la coerenza interna della storia, solo quella permette di raccontare un certo mondo mantenendosi fedele alla sua anima. E questo è un miracolo letterario. Solo dopo aver girato gli episodi ho capito che il deus ex machina della vicenda è una maestra elementare, una donna che cambia la vita delle due protagoniste. Per me L’amica geniale ha una connotazione profondamente politica e contemporanea, perché ti accorgi di cosa non hai più».

Le due piccole protagoniste de L’amica geniale.

ROSSELLINI «Roma Città Aperta? Il riferimento a un film così enorme è stato un semplice divertimento, qualcosa di non previsto e l’unico omaggio presente nella fiction. Se si racconta la storia di un rione dell’epoca ci si aspetta un’esuberanza diversa da quella di un triestino di oggi. Quindi quando un falegname con cinque figli viene arrestato scatena la reazione dell’epoca, ossia la moglie che corre dietro alla camionetta delle forze dell’ordine. È qualcosa che Rossellini ha preso dalla realtà dei fatti, quindi non mi fate pagare troppo questa citazione…».

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Margherita Mazzucco, la giovane Elena de L’amica geniale.

IL CASTING «Quando hai tra le mani una storia così coerente, per personaggi e contesto diventa semplice adattarla perché sapevo dove cercare e cosa mi serviva. Il racconto si è infilato nel mio immaginario quando ho conosciuto le quattro attrici e avevo chiaro che fossero loro. La matrice, l’essenza di quei ruoli era evidente perché la Ferrante ha costruito qualcosa di solido come le scarpe Cerullo, che ti radica a terra. Ecco perché non ci sono stati molti provini, non avevo una seconda scelta. Erano loro e basta».

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L’amica geniale, una scena.

L’ADATTAMENTO «La sceneggiatura? In fase di scrittura abbiamo accorpato, ordinato e spostato dei fatti con la speranza che il lettore ritorni a questa storia dove l’aveva lasciata senza fare paragoni. Il merito però di questo lavoro va attribuito alle fondamenta eccezionali del libro. Elena Ferrante è stata precisa nelle descrizioni, quindi le facce del libro, che abbiamo riempito con la nostra immaginazione, ci hanno permesso di completare l’opera come si fa quando su grande schermo, e lo spettatore si riflette nel film e ne conclude il senso».

Qui il trailer de L’amica geniale:

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