in

Sanremo | Il film di Miroslav Mandić e la straziante poetica di chi non può ricordare

Prima Black Nights di Tallinn, poi al Med Film Festival: un’opera toccante e decisamente poetica

Sanremo
Sanremo

ROMA – Qui non ci sono i toni oscuri, non c’è nessuna critica sociale, e l’enfatizzazione del dramma è ridotta al minimo. Il cinema, da sempre, tratta demenza senile e alzheimer in modi abbastanza secchi e diretti, e dunque Sanremo, il lungometraggio sloveno di Miroslav Mandić, è una piacevole divergenza sul tema, affrontato in un modo decisamente semplice, puro e poetico, mantenendo un difficile equilibrio emozionale che avvolge la storia e i meravigliosi personaggi. Al centro del film c’è Bruno (Sandi Pavlin), che vorrebbe tornare a casa da sua moglie e dal suo cane. Peccato però che loro non ci sono più, ma Bruno non può ricordarlo.

Sul set di Sanremo. Sandi Pavlin è Bruno
Sul set di Sanremo. Sandi Pavlin è Bruno

Non è la prima volta che scappa dalla casa di cura (accogliente ed empatica, per quanto possibile), e non è nemmeno la prima volta che conosce Duša (Silva Čušin), anch’essa ricoverata, e anch’essa afflitta dall’ombra scura dell’alzheimer. I ricordi dei loro sentimenti sono vaghi, lontani, eppure c’è una cosa che li accomuna: la memoria di Non ho l’età di Gigliola Cinquetti, brano passato nel Sanremo del 1964 (da qui il titolo del film) quando erano giovani e liberi. Sì perché il bravo Mandić, nato a Sarajevo ma laureatosi alla prestigiosa Columbia University di New York, non vuole sottolineare la totale assenza di speranza che aleggia nella casa di riposo (cornice ravvivata dai medici dagli infermieri decisamente umani), bensì ci tiene a costruire una sorta di fiaba in cui la poetica abbraccia l’ineluttabilità del tempo che incontra la potenza dell’amore.

 Sandi Pavlin e Silva Čušin in Sanremo
Sandi Pavlin e Silva Čušin in Sanremo

In mezzo però c’è una costante malinconia, rappresentata da Mandić come fosse una nebbia fitta e avvolgente, che soffoca la testa e il cuore di Bruno, strettissimo quando più e più volte ancora è straziato dall’apprendere che ha perso la moglie e il cane. Ma più di tutto, Sanremo – presentato in concorso al Med Film Festival, passato al Festival Black Nights di Tallinn e scelto dalla Slovenia come titolo di rappresentanza agli Academy 2021 – è una storia d’amore sui generis, dai ritmi soffici e toccanti, che riflette per forza sullo stato interiore di Bruno. Alla fine, ciò che ha composto Mandić è un’opera che alterna le emozioni, che sa brillare, sa straziare e sa – in qualche modo – descrivere l’irrefrenabile caos mentale che attanglia chi soffre di alzheimer. Musicato in modo preciso dalla colonna sonora di Darko Rundek. Da vedere, e amare.

 

  • NEWSLETTER | Iscrivetevi qui alla newsletter di Hot Corn!

 

Qui potete vedere il trailer originale di Sanremo:

Lascia un Commento

red notice

Red Notice | Un grande cast per un heist movie che è puro intrattenimento

Lady Gaga: «House of Gucci, la mia Patrizia Reggiani e quel profondo amore per l’Italia»