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Salvatore Esposito: «Da Gomorra alle unioni civili per provare a fare qualcosa di diverso»

Dimenticate Genny Savastano: in Puoi baciare lo sposo l’attore diventa un ragazzo gay

Una cicatrice sotto l’occhio sinistro, sguardo torvo, indole machiavellica e uno spietato sangue freddo. Sono alcuni dei tratti di Genny Savastano, boss a capo degli Stati Uniti di Scampia e Secondigliano, interpretato da Salvatore Esposito in Gomorra, serie ispirata all’omonimo romanzo di Saviano e trasmessa in oltre 170 Paesi nel mondo. Un successo tale da fargli guadagnare, nel 2016, il terzo gradino del podio nella classifica stilata dal New York Times tra le migliori produzioni internazionali della tv. Un ruolo fortunato, di quelli che cambiano la vita. E pensare che Esposito quella parte nemmeno doveva interpretarla. Perché? Il regista, Stefano Sollima, voleva solo attori che non avessero mai preso parte a produzioni dalla tematica simile e nel suo curriculum spuntò Il Clan dei Camorristi. Ma la chimica tra il Genny di Esposito e il Ciro di Marco D’Amore era talmente forte già durante i casting che Sollima contravvenne alla sua stessa regola. Il resto è storia.

Salvatore Esposito nei panni di Genny Savastano in Gomorra 3. Foto: Gianni Fiorito.

Adesso però Salvatore Esposito smette i panni del camorrista cresciuto all’ombra delle Vele per calarsi in quelli di Paolo, un ragazzo gay, residente in Germania, alle prese con i complicati preparativi del suo matrimonio nel paesino del fidanzato, perché: «Sono tutti bravi a fare i gay a Berlino». Succede in Puoi baciare lo sposo, commedia ora in sala, diretta da Alessandro Genovesi, ispirata al musical My Big Gay Italian Wedding scritto da Anthony J. Wilkinson, con protagonisti Cristiano Caccamo, Diego Abatantuono e Monica Guerritore. «Quando hai la fortuna di partecipare ad un prodotto di successo internazionale è facile che il pubblico ti identifichi sopratutto con quel ruolo. Sto cercando, con le mie scelte, di fare cose diverse mai rinnegando quello che ho fatto e quello che farò», ha raccontato l’attore in conferenza stampa, dove c’era anche Hot Corn, «Sono grato per questa opportunità. Spero, attraverso il lavoro fatto con gli altri attori e il regista, di riuscire a far passare quella che era la mia idea di raccontare qualcosa di reale, con dei sentimenti puri. Credo che la voglia di ognuno di noi fosse quella di ritrarre questa storia d’amore con sincerità ma anche con il divertimento intrinseco della commedia».

Cristiano Caccamo e Salvatore Esposito in una scena di Puoi baciare lo sposo

Anche i più scettici, una volta visto il film, dovranno ricredersi perché Esposito gioca in sottrazione, regalando spontaneità e naturalezza al personaggio. Non c’è spazio per sottolineature o sfumature caricaturali, merito della sceneggiatura, attenta nel tratteggiare una coppia (e non il cliché di una coppia gay), ma anche del suo interprete. Un ruolo agli antipodi rispetto a quello di Genny che dimostra, ancora una volta, il talento di Esposito, a suo agio con registri differenti. Se per il boss di Scampia l’attore sfrutta la sua fisicità per amplificarne la ferocia, in Puoi baciare lo sposo il corpo è contenuto, così come l’inflessione partenopea, lasciando che sia un’inedita dolcezza a emergere.

Esposito, Diana Del Bufalo, Cristiano Caccamo e Dino Abbrescia.

L’unico punto in contatto tra Genny e Paolo, se si volesse fare un parallelo tra i due, è la determinazione con la quale proteggono – con mezzi e in circostanze differenti – la famiglia che hanno costruito. Fa allora sorridere scoprire che Alessandro Genovesi ha dovuto convincere chi non lo riteneva adatto per il ruolo di Paolo perché Salvatore Esposito è la prova evidente che osare, invece di ingabbiare un attore in un personaggio o in un genere, è salutare – a prescindere dal risultato complessivo – per gli stessi film. E con un’altra sfida vinta, l’attore si prepara a indossare di nuovo la maschera del cattivo per Taxi 5, nuovo capitolo della saga prodotta da Luc Besson.

  • Qui sotto, la dichiarazione in Puoi baciare lo sposo:

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