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Il Consiglio | Ritorno al Bosco dei 100 Acri, perché è molto di più di un film sull’amicizia

Poetico e delicato: il live action della Disney con i personaggi di A. A. Milne è ora disponibile su CHILI

Rimanere o restare, facendo i conti col proprio presente e con un passato sbiadito. Come sbiadiscono le fotografie di un’altra epoca, dove si sorrideva, tutti insieme, quelle domeniche sul prato senza far nulla, a guardare le nuvole lassù. Con il prologo di narrare un’amicizia, la Disney punta, con Ritorno al Bosco dei 100 Acri – disponibile su CHILI -, dritta dritta al cuore: è un live action per bambini, certo, ma è soprattutto un film per smuovere i più grandi. Perché poi, per definirsi riuscito, un film, deve anche sapersi prendere dei rischi: può l’orsetto più famoso del mondo (insieme a Paddington, of course) nascondere un messaggio forte per gli adulti? Ovviamente i più piccoli si divertiranno, scoprendo la dolce sbadataggine di Winnie the Pooh, Ih-Oh, Pimpi e Tigro, ma è per i genitori, che ritroveranno i personaggi creati da A. A. Milne con cui sono cresciuti, a cui parla il film diretto da Marc Foster.

Con i nomi originali: Piglet, Pooh, Rabbit, Roo, Kanga, Tigger e Eeyore.

Comincia tutto con la sequenza iniziale, già emblematica e potente che, per certi versi, ricorda lo straziante finale di Toy Story 3. C’è un addio, ovvero quello di un piccolo Christopher Robin, a quel mondo incantato dove l’immaginazione era il motore di tutto. La banda di Pooh, in un’inquadratura che sembra quasi un dipinto, è lì, tutta insieme, seduti al tavolo, con i giochi, la torta, il vento malinconico che accarezza l’erba e porta via le promesse. Dov’è Christopher? Christopher non c’è, è affacciato al domani: le responsabilità, la maturazione, la consapevolezza che con il far nulla (ma che invece è tutto) non si può andare da nessuna parte. Christopher Robin cresce, e il suo Pooh, davanti alla cavità di un albero, che aspetta il ritorno. Inverno dopo inverno, primavera dopo primavera, stringendo in mano una vasetto di miele e una frase ormai spezzata: ”Non ti dimenticherò mai”.

Ewan McGregor e il suo amico Pooh.

Dicevamo, ci vuol coraggio ad entrare in scena così, mettendo subito in chiaro, prima di un evoluzione narrativa scoppiettante, un po’ letteratura un po’ Classico Disney d’altri tempi, che Marc Foster e Ritorno al Bosco dei 100 Acri sono intenzionati a parlare ai piccoli come si parlerebbe ad un adulto. Spiegando che la dolcezza, i ricordi, l’amore, l’amicizia, sono i valori fondamentali che non si dovrebbero mai perdere. E Christopher Robin – ad interpretarlo troviamo un empatico Ewan McGregor, con al fianco Hayley Atwell, sua coscienza prima che sua moglie – è l’esempio di colui che perde la bussola in un tempo che corre troppo veloce.

Andare via o restare?

A Londra piove, vanno tutti di fretta, il lavoro incombe e non lascia spazio. Basterebbe, magari, un palloncino rosso non meno importante del progetto da consegnare in ufficio, per far tornare alla mente quegli amici lontani, teneri, puri, impauriti dai rumori troppo forti. E che bello, quel ritorno di Christopher insieme a Pooh: come due vecchi compari che si ritrovano, giocando assieme ancora una volta, ma facendo venir su pure qualche incomprensione passata. Perché, in fondo, si è diventati adulti. Ed essere adulti vuol dire troppe cose.

La piccola Bronte Carmichael, Ewan McGregor, Hayley e Ih-Oh, Titro e Pimpi.

Quanta poesia c’è: sincera, delicata, coesa. Da far brillare gli occhi e stringere lo stomaco, da ascoltare al fianco del bambino che siamo diventati. C’è una rinascita letterale per Robin e per chi si ritrova in lui, anche quando deve tornare dall’altra famiglia. Ritrovando il tempo perduto, all’ombra di un albero grande grande, tenendo per mano sia l’infanzia che la crescita, insieme dopo tanto tempo e per tanto tempo ancora. Finalmente leggeri come quelle nuvole, a passar lente nell’azzurro, cullate dal dolce far niente, accarezzando la pancia rotonda di un orsetto reale come un sogno, e del suo ritrovato (e libero) miglior amico. Meraviglioso.

Volete (ri)vedere Ritorno al Bosco dei 100 Acri? Lo trovate su CHILI

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