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Woody Allen e l’autobiografia della discordia | La polemica viaggia su Instagram

Dall’attacco di Ronan Farrow alla scelta di Elisabetta Sgarbi: così il libro è già un caso

Woody Allen
Libro sì o libro no? Woody Allen e il nuovo dilemma.

MILANO – Poteva essere l’occasione per scoprire la (vera) storia di Woody Allen attraverso il suo punto di vista C’era già una data di pubblicazione, il 7 aprile negli Stati Uniti, e la grande attesa che circonda da sempre le opere del regista. Ma poi qualcosa è (improvvisamente) cambiato: prima un tweet di Dylan Farrow, poi la presa di posizione del fratello Ronan, le proteste dello staff, la rinuncia dell’editore, Hachette, e la scelta controcorrente de La nave di Teseo, la casa editrice guidata da Elisabetta Sgarbi, che invece porterà il libro in Italia il 9 aprile. Così, ancora prima di uscire, l’autobiografia A proposito di niente è già un caso. Tanto che sulla sua odissea ci si potrebbe girare un film oppure scrivere un altro libro.

Il post su Twitter di Dylan Farrow.

Ma andiamo con ordine: è il 2 marzo quando Grand Central Publishing, una divisione di Hachette Book Group, annuncia ufficialmente che il memoir firmato dal regista sarà pubblicato negli Stati Uniti ad aprile. La notizia rimbalza ovunque e il pubblico subito si divide. Sui social c’è chi esprime entusiasmo e chi invece indignazione. Su tutti spicca le decisa presa di posizione di Ronan Farrow, figlio di Woody e Mia Farrow, vincitore del premio Pulitzer per Catch and Kill, il libro-inchiesta sul caso Weinstein.

Ronan Farrow
Il post polemico di Ronan Farrow contro Allen e Hachette

«Mi ha deluso apprendere dalla stampa che Hachette, il mio editore, ha acquisito il libro di memorie di Woody Allen dopo che altri importanti editori si sono rifiutati di farlo e hanno nascosto la decisione a me e ai dipendenti mentre lavoravamo a Catch and Kill, un testo che racconta come gli uomini potenti, incluso Allen, evitino la responsabilità per abusi sessuali», tuona Ronan su Instagram, scagliandosi proprio contro la sua stessa casa editrice, rea di non aver svolto alcun fact checking sul contenuto del memoir e – a conti fatti – di averlo tradito in silenzio.

Il post di Farrow sulla cancellazione dell’uscita del libro.

«Mia sorella Dylan non è mai stata contattata per rispondere in merito agli abusi subiti da Allen. Un’accusa credibile, sostenuta per quasi tre decenni con resoconti e prove», continua Ronan, deciso ad interrompere immediatamente la collaborazione con la casa editrice. «Credo sia estremamente poco professionale per Hachette comportarsi in questo modo. Ma ciò dimostra anche una mancanza di etica e compassione per le vittime di abusi sessuali, indipendentemente da qualsiasi connessione personale o violazione della fiducia».

Woody Allen
Le proteste dei dipendenti contro Hachette

Il riferimento di Farrow è alle accuse di molestie sessuali mosse da Dylan nei confronti del padre negli anni Novanta, all’epoca della separazione del regista da Mia Farrow. Woody non fu mai incriminato, ma il caso è riesploso sull’onda del #MeToo due anni fa. Di fatto la protesta di Ronan ha scatenato la reazione di decine di dipendenti della Hachette, che il 5 marzo sono scesi in piazza, per dissociarsi della scelta dell’azienda. Poche ore più tardi la casa editrice americana ha cancellato la pubblicazione del libro. Tutto finito? Assolutamente no. Anzi.

Stephen King
Il tweet di Stephen King

Su Twitter è intervenuto (a gamba tesa) Stephen King nella polemica: «La decisione di Hachette mi preoccupa. Non mi importa niente del signor Allen, non è lui, ma a chi verrà messo il bavaglio la prossima volta». I commenti sotto il suo post sono molteplici e tutti di varie opinioni, tra insulti e applausi. In Italia la svolta arriva quando Elisabetta Sgarbi conferma: «Sì, è mia intenzione rispettare gli accordi con l’autore e pubblicare A proposito di niente». Un corsivo del Corriere della Sera applaude la decisione e così il libro di Woody Allen arriverà in anteprima mondiale proprio nel nostro Paese.

Woody Allen
Il post su Facebook su Woody Allen de La Nave di Teseo.

Disponibile dal 9 aprile grazie, appunto, a La nave di Teseo, il libro però apre un nuovo fronte e una domanda evidente: dove finisce il diritto di espressione e comincia la censura? Siamo di fronte a una caccia alle streghe o alla presa di posizione di alcuni contro una figura controversa? Si può impedire a un autore di pubblicare un libro? Il dubbio resta e l’impressione è che la diatriba sia appena cominciata.

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