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Harvey Weinstein e la storia del processo che ha cambiato Hollywood

Le prime accuse, il #MeToo, il verdetto: tutto sul caso giudiziario che ha segnato il mondo del cinema

Harvey Weinstein
Harvey Weinstein, sul profilo Instagram di USA TODAY

NEW YORK – È cominciata nel 2017 con gli articoli pubblicati sul New York Times e New Yorker la rivoluzione nel cinema (e non solo) che ha tenuto tutta Hollywood con il fiato sospeso fino a lunedì 24 febbraio 2020, quando dopo diverse settimane, il tribunale qui a New York ha ritenuto Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico, colpevole. Una (prima) grande vittoria per il movimento #MeToo che ha spinto le donne di tutto il mondo a rendere pubbliche le violenze subite da uomini potenti e influenti. Ma facciamo un passo indietro e analizziamo, tappa dopo tappa, la vicenda che ha segnato in modo indelebile il mondo del cinema.

Harvey Weinstein
Harvey Weinstein a processo

LE ACCUSE DI JESSICA MANN – Il caso riguarda due donne e due episodi separati. Il 18 marzo 2013, l’aspirante attrice Jessica Mann afferma che Harvey Weinstein l’ha intrappolata in un hotel nel centro di Manhattan e l’ha violentata. I documenti del tribunale affermano che Weinstein l’ha trattenuta «fisicamente contro la sua volontà in una stanza e costretta ad avere rapporti sessuali con lui», aggiungendo che «al momento dell’incidente [lei] aveva chiaramente espresso la sua mancanza di consenso all’atto». Durante il loro primo incontro Weinstein le ha richiesto un massaggio, che lei ha fornito cosicché «lui non la toccasse», ha detto il suo avvocato. Poi Weinstein le aveva parlato di alcuni possibili ruoli da protagonista e con questa scusa ha spinto la Mann ad avere un rapporto sessuale presumibilmente violento con lui.

Harvey Weinstein
Il courtroom sketch del processo durante l’intervento dell’assistente procuratore distrettuale Hast

LE ACCUSE DI MIMI HALEYI – Il secondo caso riguarda il 10 luglio 2006, quando l’allora assistente di produzione Mimi Haleyi è stata costretta da Weinstein ad accettare del sesso orale nella sua casa a Manhattan. Lei aveva lavorato a una serie TV prodotta da The Weinstein Company ed era desiderosa di avere una relazione professionale con Weinstein dato il suo status nel settore.
La presunta violenza arrivò dopo mesi di romantiche avance di Weinstein che lei continuava a rifiutare. Quando Harvey tornò da Parigi (dove l’aveva ripetutamente invitata ad andare), chiamò Haleyi a casa sua con la scusa di parlare di lavoro, ma rapidamente la sopraffece fisicamente. Mimi ha aggiunto: «Avevo il ciclo e ricordo che Harvey si è girato e ha detto: “Non ti senti come se fossimo più intimi adesso?».

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Mimi Haleyi ritratta durante la sua testimonianza al processo

I CAPI D’ACCUSA E IL RUOLO DELLA DIFESA – Sono cinque le accuse di reato, tra cui due di aggressioni sessuali predatorie, che comportano ciascuna la pena massima dell’ergastolo. Harvey Weinstein si è dichiarato non colpevole. Il team del produttore sostiene che tutta la sua attività sessuale è stata consensuale e vuole dipingere i suoi accusatori come bugiardi in cerca di attenzione. Uno dei suoi avvocati, Donna Rotunno, ha iniziato a farlo alla fine dell’anno scorso quando ha detto alla ABC News: «Se non vuoi essere una vittima, non andare nella sua camera d’albergo». Nella sua dichiarazione di apertura, l’avvocato della difesa Damon Cheronis ha detto ai giurati che sarebbero state mostrate «due realtà», sostenendo che l’attività sessuale in questione era transazionale da entrambe le parti. Tarana Burke (l’attivista che ha fondato il #MeToo) ha anche permesso alla difesa di descrivere – ma non mostrare – «dozzine di mail amorevoli» dei suoi accusatori nel tentativo di «ridurre» le argomentazioni dei pubblici ministeri, secondo Cheronis. I portavoce dei sopravvissuti all’aggressioni sessuali, tuttavia, sostengono che non è strano che le donne mantengano un contatto amichevole con un molestatore o lottino per interrompere il contatto, in particolare quando quest’ultimo detiene una posizione di potere rispetto a loro.

Harvey Weinstein
Le testimoni del processo Weinstein

LA GIURIA E I TESTIMONI – La giuria è composta da sette uomini, sei dei quali bianchi e uno nero, insieme a cinque donne, due delle quali caucasiche e tre di colore. La mancanza di donne caucasiche è stata un punto di discussione durante la selezione della giuria, con il procuratore capo Joan Illuzzi che ha accusato la difesa di aver cercato «sistematicamente» di eliminarle tutte. Annabella Sciorra, Miriam Haley, Jessica Mann, Dawn Dunning, Tarale Wulff e Lauren Marie Young erano presenti in aula per descrivere, spesso con dettagli devastanti e strazianti, come Harvey Weinstein ha usato il suo potere, il suo fascino, la sua rabbia e influenza per manipolarle e costringerle in atti sessuali non consensuali.

Harvey Weinstein
Harvey Weinstein con i suoi avvocati

WEINSTEIN HA TESTIMONIATO? – No. Durante il processo, Weinstein è apparso spesso emaciato, entrando in tribunale usando un deambulatore. A volte si appoggiava al suo avvocato Rotunno come supporto.«Ha preso consigli di recitazione», ha detto l’attrice Rose McGowan all’inizio del processo il 6 gennaio durante una protesta che ha organizzato vicino al tribunale insieme all’attrice Rosanna Arquette e ad altre vittime di Weinstein.

Harvey Weinstein
Il commento ufficiale del movimento #MeToo

IL PRODUTTORE È STATO IN PRIGIONE? No. Dopo il suo arresto, il 25 maggio 2018, Weinstein è stato rilasciato con una cauzione di 1 milione di dollari, che è stata aumentata a 2 milioni di dollari alla fine dell’anno scorso per le accuse di manomissione del suo braccialetto elettronico alla caviglia. Secondo il New York Times, Weinstein ha trascorso gran parte dei mesi prima del processo rinchiuso in un appartamento affittato a Manhattan, «leggendo libri, guardando programmi TV, googlandosi e ossessionandosi nervosamente per l’esito del processo».

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Harvey Weinstein ammanettato

DOPO IL VERDETTO – La giuria ha condannato Harvey Weinstein per stupro di terzo grado verso l’ex assistente di produzione Mimi Haleyi e atti sessuali criminali di primo grado verso l’attrice Jessica Mann. Reati per cui potrà affrontare fino a 25 anni di prigione. È stato però assolto per l’accusa sessuale più grave, un atteggiamento sessuale predatorio, che porterebbe la condanna all’ergastolo. Tuttavia, i pubblici ministeri di Los Angeles hanno annunciato le loro accuse contro Weinstein all’inizio di questo mese, quindi c’è la possibilità che potremo rivedere tutto ciò da capo, sulla costa opposta degli States.

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