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Pamela Villoresi: «Pina Bausch e la sua rivoluzione, da Palermo al mondo»

L’intervista alla direttrice artistica del Teatro Biondo per parlare della Bausch e di Palermo Palermo

ROMA – Un evento unico nel suo genere, per ricordare una delle più importanti artiste del Novecento a dieci anni dalla scomparsa. Pina Bausch è la protagonista dell’omaggio che il prossimo 3 novembre le verrà riservato dal Teatro Biondo, dove sarà proiettata in esclusiva mondiale la versione cinematografica del suo spettacolo Palermo Palermo, che proprio su quello stesso palcoscenico aveva debuttato 30 anni fa. Un avvenimento culturale di grande significato, voluto fortemente dal sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando e dalla direttrice artistica del Biondo, Pamela Villoresi, che sottolinea il legame profondo tra Pina e Palermo. La presentazione del film, a cui parteciperà anche il figlio della Bausch, Salomon, sarà infatti solo uno dei momenti di celebrazione dedicati alla danzatrice, che culmineranno nell’allestimento di un nuovo spettacolo dedicato alla città. Una vera e propria sinergia tra teatri, di cui abbiamo parlato con Pamela Villoresi.

Pamela Villoresi
Un momento di Palermo Palermo, foto di Piero Tauro

Secondo lei che valore ha questo spettacolo per Palermo?

«Un valore enorme, proprio ora che Palermo è diventata una città apertissima, senza barriere. Quello fu uno spettacolo profetico con il crollo del muro che si vede all’inizio e che anticipò di qualche mese quello del muro di Berlino. Ma stavano per cadere anche i muri dell’omertà, della chiusura dentro una situazione malavitosa in cui Palermo ristagnava più che da decenni, da secoli. Oggi a Palermo ha vinto lo Stato, è una città in pieno risorgimento, c’è un fermento davvero entusiasmante. Qui è stato investito tanto in cultura e lo spettacolo di Pina Bausch ha contribuito a cambiare la mentalità, la testa della gente. Per questo ho cercato di portare il teatro fuori dal teatro, in mezzo alla gente, nelle carceri, nei quartieri disagiati, dentro le scuole. Ma anche di proiettare il teatro verso il mondo, verso l’Europa. E non potevo non partire da quella che era stata una gloria del Biondo».

Pamela Villoresi
Il muro crollato di Palermo Palermo foto di Piero Tauro

L’opera della Bausch non conosce confini e riesce a “fiorire” nel mondo. Ci parla della collaborazione tra Teatro Biondo e Pina Bausch Foundation?

«Si parte con la proiezione del film a cui seguirà un corso/laboratorio dei danzatori di Wuppertal con gli allievi della nostra scuola. Un percorso in cui verrà scelto un gruppo di persone che, unito ai ragazzi di Wuppertal, darà vita alla prima nuova compagnia giovane del Tanztheater Wuppertal che  metterà in scena un nuovo spettacolo, dal titolo provvisorio, palermoWpalermo. Lei ha rivoluzionato il concetto di danza, ha portato l’anima sul palcoscenico, ha rotto gli schemi. E ha parlato del mondo. Da Palermo Palermo ci sono state una serie di coreografie e spettacoli che hanno preso corpo in città diverse, ispirandosi alle loro situazioni sociali».

Un’immagine di Pina Bausch

Qual è il ricordo personale che la lega a Pina Bausch?

«Non solo ho avuto la fortuna di vedere i suoi spettacoli, ma l’ho incontrata tante volte, perché insieme ad Elizabeth Hayes, che ora collabora con il teatro Biondo e che è stata alla direzione del teatro Europa con Strehler a Parigi, andavo ogni anno a vedere l’ultimo spettacolo del debutto che Pina Bausch faceva in primavera al Théâtre de la Ville a Parigi e poi cenavamo tutti assieme. Ho un ricordo di questi spettacoli che erano uno più bello dell’altro. Pina ha rivoluzionato non solo la danza, ma tutto un modo di fare teatro. Al Biondo siamo due api regine, perché la nostra regista di residenza è Emma Dante, che è la direttrice della scuola. Anche il suo modo di far teatro è figlio di quella rivoluzione lì».

Palermo Palermo nello scatto di Piero Tauro

Come si fa oggi a salvaguardare questi centri di energia che sono i teatri?

«Io sono fortunata, ho un’amministrazione attenta e un Presidente che è il mio angelo custode, ma non è così dappertutto. Penso che in questo periodo di grande ignoranza di ritorno dobbiamo tenere duro ed essere gravide di vita. Dobbiamo migliorare il livello di coscienza e di conoscenza. Dobbiamo fare di questo momento di difficoltà e svantaggio, un trampolino di lancio per delle proposte ancora più alte, ancora più azzardate».

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