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Now is Everything | Spinotti & De Amicis: «Il nostro viaggio con Anthony Hopkins»

La coppia di registi svela i segreti del sorprendente film presentato al Torino Film Festival

Now Is Everything
Anthony Hopkins è Thomas in Now Is Everything

LOS ANGELES – «Il nostro è un film per chi ha volontà di perdersi in una dimensione in cui è difficile distinguere tra sogno e incubo o capire chi sta sognando» dice Riccardo Spinotti, co-regista insieme alla moglie Valentina De Amicis di Now is Everything (presentato in anteprima mondiale al Tallinn Black Nights in Estonia e poi al Torino Film Festival). Un piccolo film indipendente in cui hanno creduto grandi nomi, dal premio Oscar Anthony Hopkins, alla supermodella Camilla Rowe, dalla star di The Handmaid’s Tale Madeline Brewer, al cinematografo fuoriclasse Dante Spinotti (padre di Riccardo), anche produttore insieme alla moglie Marcella.

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Irakli Kvirikadze e Madeline Brewer in una scena di Now Is Everything

La storia di Now is Everything è quella di Nicolas (Irakli Kvirikadze), un fotografo che dopo l’improvvisa morte del fratello Cedric (Ray Nicholson, figlio di Jack), viene lasciato dalla fidanzata senza troppe spiegazioni. «È il viaggio nell’inconscio di due amanti che sono terrificati dall’idea di perdersi per sempre» spiega Valentina De Amicis, romana, 18 anni di gavetta come assistente regista prima di lanciarsi col suo primo feature. «C’è chi vedrà il film come un puzzle da risolvere: vogliamo che il pubblico interagisca in maniera personale» commenta la De Amicis che ha conosciuto l’italo-americano Riccardo Spinotti otto anni fa, sul set di un film. «È questo il cinema che ci piace, quello in grado di portarti in altre dimensioni». 

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Camille Rowe in una scena di Now is Everything

VIAGGIO NELL’INCONSCIO «Now is Everything è frutto di un percorso intrapreso tre anni fa, intensificatosi nell’ultimo anno quando abbiamo lavorato molto sulla sceneggiatura insieme a Matt Handy» svela De Amicis. «Volevamo raccontare il viaggio di un fotografo alla ricerca della donna amata ma dal punto di vista del suo inconscio. L’abbiamo girato tutto a Los Angeles e dintorni, fino al deserto di Lancaster. Volevamo sfruttare gli spazi in modo da dare priorità all’atmosfera e in questo senso una location cruciale è stato l’Hotel Roosevelt di Hollywood che con i suoi corridoi ha creato un passaggio tra mondo terreno e quello dell’inconscio».

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Melora Walters interpreta Edith in Now Is Everything

DUE MONDI «Io e Riccardo abbiamo due personalità che si rispecchiano: ci confrontiamo, facciamo attenzione a chi tra noi difende una determinata idea con più passione» spiega Valentina. «Siamo diversi ma le nostre sensibilità e i nostri mondi sono complementari: io curo più la sceneggiatura mentre Riccardo si occupa anche dell’ambito tecnico con le riprese. Ma la cosa bella di una co-regia tra uomo e donna, che sia tra moglie e marito, amici, o fratello e sorella, è la co-esistenza del punto di vista femminile insieme a quello maschile. Con Now is Everything credo che siamo riusciti a combinare questi due mondi molto diversi».

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La coppia sul set e nella vita Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis registi di Now is Everything

LA PROSTESTA DELLE IMMAGINI «Quando non avevamo tempo sul set oppure non riuscivo a spiegare a Dante esattamente cosa avessi in testa, ho girato con la mia Canon» ricorda Riccardo Spinotti. «La natura, le albe, la luna, le luci sfocate: volevo più che altro conferire un’atmosfera. Ci sono dei momenti in cui il set di un film è l’opposto della creatività perché c’è un continuo dover spiegare, analizzare e programmare idee che magari nel momento senti morte perché sei troppo esausto anche se sono fortemente necessarie alla riuscita della pellicola. Le immagini che ho creato con la Canon digitale invece seguono l’istinto e diventano una forma di protesta a tutte le volte che bisogna analizzare certe idee indefinibili. Per celebrare questo processo ho voluto girare alcune riprese anche in fase di editing».

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Riccardo Spinotto e Anthony Hopkins sul set di Now is Everything

IL “FILOSOFO” ANTHONY HOPKINS «Avevamo già lavorato insieme 10 anni fa in un cortometraggio astratto; lo avevo coinvolto dopo che lui aveva visto un mio lavoro di sole immagini e musica e rimase intrigato» racconta il regista. «Così per Now is Everything ha voluto esserci, era molto felice di farne parte. Anthony Hopkins è l’opposto di una star perché è l’artista che ti mette più a tuo agio di tutti: è un filosofo, un ribelle, una tigre. Con lui non si tratta più di regia, devi solo assicurarti ci sia un’energia armoniosa sul set. Non c’è nulla di forzato, bisogna lasciarlo fare; è un artista con visioni ben precise, compone anche musica e sa dipingere».

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Camille Rowe in uno scatto dal backstage di Now is Everything

UN AFFARE DI FAMIGLIA «Ogni processo creativo ha i suoi momenti difficili ma riuscire ad esprimerci in un ambito familiare è stata una gran cosa. Dante con la sua esperienza ha aiutato due registi agli esordi. Poi è ovvio: ci sono momenti in cui è più facile scontrarsi proprio perché sei dentro una dinamica familiare» aggiunge De Amicis. «Ma Now is Everything è sopratutto un affare di famiglia perché è stato realizzato da una piccola produzione indipendente, fomentato dalla passione che io e Riccardo abbiamo messo nel progetto. Siamo due persone ossessionate dalle immagini, per noi il cinema stesso è un’ossessione, una malattia di cui non possiamo fare a meno».

  • Qui potete vedere il trailer di Now is Everything:

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