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Nicola Piovani: «La mia notte degli Oscar e quegli SMS spediti verso l’Italia»

Da Fellini a La vita è bella, tra Muccino e Boris: a Montecarlo il compositore allinea ricordi e passioni

MONTE CARLO – Di poche parole, anzi pochissime: Nicola Piovani lascia sempre che sia la musica a parlare. In quasi cinquant’anni di carriera (prima colonna sonora nel 1970, La ragazza di latta) ha regalato al cinema italiano – e non solo – alcune delle colonne sonore indimenticabili, da Federico Fellini e Nanni Moretti a La vita è bella. Al 15° Monte-Carlo Film Festival de la comédie ideato da Ezio Greggio, appena conclusosi nel Principato di Monaco, Piovani ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento per i suoi meriti artistici. Attualmente in sala con il campione d’incassi A casa tutti bene di Gabriele Muccino (anche lui sul palco dei premiati alla kermesse), il maestro continua la sua opera infaticabile, tra composizione e concerti. L’intervista con Hot Corn però comincia dalla notte del 21 marzo 1999 quando vinse l’Oscar per la miglior colonna sonora per La vita è bella di Roberto Benigni.


L’OSCAR «La vita è bella è un film che ho molto amato, oltre che un gesto di coraggio che ha sfidato ogni genere di parere contrario. Ricordo addirittura un distributore che avvertì Roberto (Benigni, nda) che avrebbe affossato la sua carriera con quella pellicola perché un comico che si cimenta con una storia drammatica non può farcela. E invece poi arrivò la Notte degli Oscar e ci divertimmo a mandare SMS con l’ultima battuta della scena finale: “Abbiamo vinto”».

BORIS «In un episodio di Boris perdo il mio Oscar a una partita di poker. Mi hanno contattato sapendo che ero un grandissimo fan della serie e ho accettato subito, a patto che come pagamento ricevessi l’intero telefilm in Dvd. Inizialmente ho detto loro che non avrei portato sul set il vero Oscar ma alla fine l’ho tolto dalla cassetta di sicurezza e nelle riprese abbiamo usato proprio quello vero».

Francesco Pannofino in Boris con l’Oscar di Nicola Piovani.

IO E MONICELLI «Il mio debutto nella commedia lo devo a Il marchese del Grillo. Monicelli mi scelse – anche qui – contro l’opinione negativa di molti, Alberto Sordi compreso. Fino ad allora infatti ero conosciuto più che altro come compositore per film d’autore e tragici. Quando invece il film andò bene, Monicelli mi disse: “Sei contento di esserti scrollato di dosso l’etichetta di musicista mortaccino?”. A Roma il termine mortaccino indica la lana di scarsa qualità, ma in quel caso me l’ero meritato…».

IL FILM DEL CUORE «Tutti a casa di Luigi Comencini. Senza dubbio rimane questa la mia commedia all’italiana preferita, anche se è un film un po’ particolare. Infatti da bambino me lo guardavo e piangevo. Ancora oggi mi basta ascoltare le note di alcune pellicole per commuovermi, come nel caso della colonna sonora de Il postino con Massimo Troisi e del suo grande compositore Luis Bacalov, che ci ha lasciato pochi mesi fa».


I MIEI SET «Lo so che se parlo dell’ultimo film di Gabriele Muccino che ho musicato, A casa tutti bene, sembro fazioso, ma penso davvero sia un’opera bellissima. I set che mi hanno lasciato maggiormente il segno? Sicuramente quelli di Federico Fellini, con cui girai Ginger e Fred, Intervista e La voce della luna. Non è un caso se tutto il mondo continua a parlare di Federico. Non ho nulla da aggiungere, se non che l’uomo era meglio dell’artista, sapeva trasformare il lavoro in divertimento. Nella mia carriera non è mai più successo».

  • Qui potete ascoltare un estratto dello score de Il Marchese del Grillo

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