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Moreno Zani: «Da Venezia a Cannes, tra Bellocchio e Chalamet: la mia Tenderstories»

Bellocchio, ma anche Vanoni, Dalla, Guadagnino: intervista a Cannes al presidente di Tenderstories

Moreno Zani, presidente di Tenderstories, tra i produttori di Marx può aspettare.
Industry

CANNES – «Sì, è un bel momento per noi, davvero…». Al telefono da Cannes, Moreno Zani, presidente di Tenderstories, non nasconde l’entusiasmo per il momento unico che la casa di produzione sta vivendo. L’anno scorso alla Mostra di Venezia portò Pierfrancesco Favino e Padrenostro alla Coppa Volpi, quest’anno sulla Croisette, eccolo invece con Marco Bellocchio e il suo Marx può aspettare. «Un documentario importante che ha avuto una gestazione molto lunga», riflette Zani, «ma noi eravamo già molto felici di averlo realizzato con Kavac e di averlo portato qui. Poi si è aggiunta anche la decisione di Thierry Frémaux di assegnare a Bellocchio la Palma d’Oro d’Onore, un riconoscimento piuttosto raro…».

Moreno Zani con Marco Bellocchio e Malcom Pagani, AD Tenderstories, a Cannes.

E allora ecco che per Tenderstories la gioia è duplice e Cannes diventa un nuovo punto di partenza per affrontare le (molte) sfide che verranno: «Sì, perché il progetto Bellocchio ci rappresenta piuttosto bene, sono sincero», precisa Zani. «Il nostro obbiettivo non è il numero di produzioni, quanto realizzare titoli di qualità, magari anche sperimentando che in fondo è quello che abbiamo fatto nel mondo dell’arte in questi anni. Noi non realizziamo progetti perché li dobbiamo fare a tutti i costi, anzi, li scegliamo con cura sulla base del contenuto e della nostra identità». Un’identità che sta prendendo sempre più forma se è vero che dopo Padrenostro e Marx può aspettare – due titoli di qualità indubbia – il prossimo progetto targato Tenderstories è una di quelle sfide da far tremare anche case di produzione ben più navigate.

Marx può aspettare
Marco Bellocchio in una scena di Marx può aspettare

«Immagino tu ti stia riferendo al progetto Lucio Dalla?», ride Zani. Esattamente, il nuovo film sul cantautore bolognese che – non bastasse – sarà anche diretto da un esordiente assoluto: «E che esordiente: Cesare Cremonini. Una sfida enorme, è vero, perché tocchiamo un mostro sacro, un intoccabile, e non racconteremo la sua vita, ma una parte della sua vita. Secondo me l’unica persona che poteva farlo è Cesare, perché viene dalla stessa città, ha lo stesso mood culturale ed è una persona molto delicata nel raccontare i sentimenti». Inizio riprese nel 2022, il tempo c’è, ma nel frattempo Tenderstories ha un altro asso nella manica: Luca Guadagnino.

Zani con Bellocchio e tra gli altri Paolo Del Brocco di 01 e Simone Gattoni di Kavac.

«Sì, il nuovo film di Guadagnino con Timothée Chalamet, Bones & All, che vedremo probabilmente a fine anno. Abbiamo visto le prime immagini nella fase di montaggio e siamo contenti del materiale, anche perché c’è un Chalamet davvero molto diverso dal solito». Insomma, Bellocchio, Dalla, Cremonini e Guadagnino, le carte sul tavolo sono tante. E ne manca ancora una, la regina di cuori: «Ornella Vanoni. Su questo progetto posso dire poco, lo abbiamo girato con Wildside, è diretto da Elisa Fuksas ed è centrato su una figura unica come quella di Ornella, che non si è risparmiata nel racconto e si è messa a nudo raccontando la sua vita, tra successo e fallimenti…». E allora, buon viaggio Tenderstories.

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