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Lincoln | Spielberg, l’abolizione della schiavitù e la storia vera dietro il film

Gli ultimi mesi di presidenza, la guerra di Secessione e il voto a favore del XIII Emendamento

Lincoln

MILANO – 28 agosto 1963. Al National Mall di Washington, Martin Luther King tenne il suo discorso più celebre – «I have a dream…» – con alle spalle il Lincoln Memorial, il monumento a forma di tempio costruito in onore di Abramo Lincoln, il 16º Presidente degli Stati Uniti ritratto in un’enorme statua realizzata da Daniel Chester French. Il repubblicano che, sul finire della Guerra di Secessione, riuscì a far approvare alla Camera il XIII Emendamento della Costituzione con il quale veniva abolita la schiavitù negli Stati dell’Unione e negli Stati Confederati d’America (gli Stati meridionali schiavisti).

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La statua di Abramo Lincoln al National Mall

«Né la schiavitù né il servizio non volontario […] potranno esistere negli Stati Uniti o in qualsiasi luogo sottoposto alla loro giurisdizione» recita la prima sezione dell’emendamento. Una svolta epocale dalla riuscita incerta che segnò il secondo mandato del Presidente e raccontata da Steven Spielberg in Lincoln. Un film, con protagonista un Daniel Day-Lewis da Oscar, nato dalla lettura in anteprima di Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin in cui l’autrice ha ricostruito gli ultimi mesi privati e politici del Presidente.

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Una scena di Lincoln

Mesi segnati da una guerra civile agli sgoccioli e la paura da parte di Lincoln che, una volta finita, il Parlamento – nonostante la maggioranza repubblicana – non avrebbe avuto il coraggio di votare per l’abolizione della schiavitù. Cosa fare quindi? Cercare di unire le due anime del suo partito, quella più conservatrice e quella radicale, e convincere parte dei Democratici – contrari all’abolizione della schiavitù – a votare a favore del XIII Emendamento. Per farlo si affida all’aiuto del Segretario di Stato William Seward e di tre uomini con il compito di convincere alcuni deputati democratici a sposare la sua causa in cambio di posizioni favorevoli. Un voto da attuare prima che una delegazione del Sud arrivi a Washington per negoziare la pace e mandare all’aria settimane di trattative.

Il XIII Emendamento

Nel gennaio 1865 con 119 voti a favore, 56 contrari ed 8 astenuti il XIII Emendamento passa alla Camera con soli 2 voti di scarto su un minimo di 2/3 necessari per emendare la Costituzione. Solo tre mesi dopo, il 14 aprile 1985, Abramo Lincoln venne ucciso da uno sparo alla testa esploso dalla calibro 44 dell’attore e simpatizzante sudista John Wilkes Booth mentre il Presidente era con la famiglia al Ford’s Theatre di Washington per assistere alla commedia musicale Our American Cousin. Prima di premere il grilletto Booth salì sul palco è urlò in latino un motto della Virginia confederata «Sic semper tyrannis!» («Così sia sempre per i tiranni!»). Oltre un secolo dopo l’America è ancora divisa da una nuova guerra civile questa volta all’urlo di Black Lives Matter.

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