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Sergio Rubini: «Tra Recanati e Napoli, vi racconto la modernità di Giacomo Leopardi…»

Poeta, scrittore, pensatore e uomo: il regista racconta la serie Leopardi – Il poeta dell’infinito

Sergio Rubini
Sergio Rubini a Recanati sul set di Leopardi - Il poeta dell'infinito.

ROMA – Tra Recanati e Napoli, dal rapporto con il padre Monaldo e quello con l’amico Ranieri, ma c’è davvero molto altro in Leopardi – Il poeta dell’infinito, serie in due puntate diretta da Sergio Rubini che arriva ora su Rai1 dopo il passaggio alla Mostra di Venezia e che prova a raccontare con uno sguardo diverso Giacomo Leopardi. Poeta? Sì, ovviamente, ma non solo poeta, anzi, anche filosofo e pensatore politico, uno dei massimi esponenti della cultura di tutti i tempi. Nel ruolo di Leopardi, ecco Leonardo Maltese, sospeso tra Alessio Boni che interpreta il padre e Giusy Buscemi nel ruolo dell’amata Fanny Targioni Tozzetti. Ecco come Rubini spiega la modernità di Leopardi e il bisogno di riscoprirne le parole.

Leopardi - Il poeta dell'infinito
Leonardo Maltese nel ruolo di Leopardi in una scena della serie.

L’IMMAGINE – «Approfondendo la biografia di Giacomo Leopardi, gigantesco poeta, scrittore e pensatore tra i massimi della cultura di tutti i tempi, oltre all’immagine canonica di un uomo immerso in una malinconica solitudine a tinte gotiche sclerotizzata da una perenne sofferenza fisica, credo se ne possa e si deve scorgerne un’altra – sottotraccia e completamente diversa – caratterizzata da una vitalità dirompente. Dotato di un corpo troppo fragile per soddisfare il suo bisogno primario di amore, Leopardi, infatti, tutt’altro che arreso, è in continuo conflitto con la natura matrigna, avendo come obiettivo il superamento del proprio limite e lo spasmodico desiderio di un orizzonte di felicità e di bellezza».

Leopardi - Il poeta dell'infinito
Leopardi e il padre Monaldo, ovvero Alessio Boni in Leopardi – Il poeta dell’infinito.

L’AMORE – «Credo sia l’incontenibile amore per la vita il motore che ha sempre mosso Leopardi e la sua poetica, e il suo pessimismo è il risultato di una costante ricerca di felicità negata da un universo incomprensibile e sordo ai desideri degli uomini. La continua tensione del poeta verso la vita si manifesta attraverso una voglia di libertà, di amore e di bellezza, a costo di mettere in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia al conformismo dei suoi contemporanei. Piuttosto che lo studioso curvo perennemente sui libri, il nostro Leopardi quindi avrà il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura.

Leopardi - Il poeta dell'infinito
Maltese con Giusy Buscemi ovvero Fanny Targioni Tozzetti in una foto di scena di Fabrizio de Blasio.

LA MODERNITÀ – «Al posto di una figura grigia, polverosa e respingente, ho preferito tratteggiarne una brillante, trasgressiva e piena di fascino. Sarà la ricerca di amore a spingere Leopardi oltre il recinto della casa paterna, e sarà l’amore per una donna, Fanny Targioni Tozzetti, a diventare la sua ragione di vita, nonché a occupare uno spazio importante nella produzione letteraria, così come ancora una volta sarà nell’amore per il fedele amico Ranieri che il poeta riuscirà a colmare i limiti della propria fisicità. Genio visionario dietro cui palpita il cuore di un eterno ragazzo, incompreso dai contemporanei, Leopardi è più interessato a rivolgersi alle generazioni del futuro mettendo in ballo spunti di riflessione più che mai attuali in una società come quella di oggi spesso afflitta dalla mancanza di maestri e di saldi punti di riferimento…».

  • VIDEO | Una clip di Leopardi – Il poeta dell’infinito
  • VIDEO | Qui la nostra intervista a Rubini e al cast:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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