ROMA – Lila ed Elena sono ormai giunte all’età adulta, cariche del peso di esistenze tumultuose sospese tra cadute rovinose e improvvise rinascite. Elena (Alba Rohrwacher) ha raggiunto la fama come scrittrice, si è sposata, ha avuto due figlie, poi si è separata da Pietro (Pier Giorgio Bellocchio), e ora fa ritorno a Napoli, attratta dall’amore senza tempo per Nino (Fabrizio Gifuni) riemerso nella sua vita adulta. Lila (Irene Maiorino), invece, è rimasta ancorata alla sua città, immersa nei complessi legami familiari e nelle trame oscure della camorra, ma ha saputo reinventarsi come imprenditrice informatica. Basato sui romanzi bestseller di Elena Ferrante, ideata da Saverio Costanzo e diretta da Laura Bispuri, dopo l’anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, L’amica geniale – Storia della bambina perduta è in arrivo su Rai 1 a partire dall’11 novembre.
È il gran finale, quello più atteso, di una serie che come pochissime altre nell’ultimo decennio ha saputo veramente catalizzare l’attenzione del pubblico globale. Ma se è vero che negli Stati Uniti L’amica geniale ha già concluso il suo percorso episodico – e chi ha letto i romanzi sa già di quello che sarà il destino di Lila ed Elena – qui in Italia, per chi da due anni sta aspettando quel fatidico giorno di metà novembre, c’è grande attesa per la messa in onda sul piccolo schermo dell’ultimo ciclo di episodi della creatura (tele)filmica di Costanzo e Ferrante. A partire dall’inevitabile scarto temporale che ha costretto le amiche geniali Gaia Girace e Margherita Mazzucco lasciare il posto a Irene Maiorino e Alba Rohrwacher. Sulla curiosità generale intorno ai volti e corpi delle amiche – e relativa transizione – ci gioca perfino la Bispuri nella prima puntata.
Di Elena/Lenù sapevamo già, in quel momento poetico del finale della terza stagione, quando la giovane Elena vede riflettere allo specchio la propria controparte adulta, così da compiere il passaggio di consegna ed affidarle quello che sarà poi l’atto finale de L’amica geniale. Con Lila, però, è tutto diverso. Perché quel momento è gestito dalla Bispuri, in regia, di campo e controcampo e corpi che si avvicinano a noi attraverso l’occhio di Elena sino a mutare del tutto. Un gioco d’immagini tra l’illusorio e il reale facilitato anche dal fatto che quella tra la Girace e la Maiorino è somiglianza mimetica e un casting che appare già perfetto per energia e presenza scenica. E quest’anno sono tanti i volti nuovi a cui prestare attenzione: Pier Giorgio Bellocchio (straordinario!), Sonia Bergamasco, Edoardo Pesce.
Ma soprattutto Fabrizio Gifuni che riesce a rendere perfino simpatico – e paradossalmente ancora più problematico – quel Nino Sarratore simulacro caratteriale di tutti gli uomini sbagliati che una donna può avere la sfortuna di incontrare nel corso della sua vita: invidioso, manipolatore, narcisista. Lo diciamo perché tra maternità e carriera, tradimenti e minacce, sparizioni e disastri naturali, L’amica geniale alza al massimo i toni (più crudi e violenti), non lascia nulla al caso, e continua a raccontare della vita e delle sue sfide tra solitudine, gabbie esistenziali, infelicità e amori condannati. Una serie che non vediamo l’ora che finisca e per una ragione ben precisa. Solo allora potremo rivederla tutta daccapo così da riviverla nuovamente, e sarà bellissimo…
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