MILANO – Ancora increduli per una notizia che non avrebbe mai dovuto arrivare, ancora incapaci di rielaborare la scomparsa di una figura impossibile da limitare solo all’ambito sportivo («His legend wasn’t supposed to end this way» ha scritto il Los Angeles Times), per ricordare Kobe Bryant rimangono due modi: rivedersi su YouTube le partite con i Lakers oppure ripescare quel piccolo grande capolavoro che nemmeno un anno fa gli valse l’Oscar: Dear Basketball, cortometraggio musicato da John Williams e disegnato da Glen Keane, premiato il 4 marzo del 2018 dall’Academy come miglior corto d’animazione. Ma cos’è esattamente Dear Basketball,? Il resoconto della lettera d’addio alla pallacanestro che il fuoriclasse americano aveva pubblicato il 29 novembre del 2015 sul Players’ Tribune.
Un viaggio commovente in cui Kobe racconta il suo viaggio, la sua passione per il basket, la determinazione e il sogno attraverso l’animazione, stile narrativo che amava molto tanto da aver chiamato Glen Keane – animatore della Disney – subito dopo aver visto il suo Duet. «Gli dissi che aveva scelto la persona sbagliata», ha ricordato Keane al New York Times, «perché non sono mai stato un tipo sportivo e non toccavo una palla da basket dai tempi del liceo. Fu una collaborazione magnifica: Kobe aveva un insaziabile desiderio di sapere e apprendere cose nuove. Fu uno dei momenti più belli della mia carriera».
- Qui la premiazione di Kobe Bryant agli Oscar, chiamato sul palco da Mark Hamill:
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