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Kaouther Ben Hania: «Quattro Figlie, la vita, il cinema e la piaga dell’ISIS»

La storia vera, l’ISIS, il cinema come cura e comprensione. Dal 27 giugno al cinema con Arthouse

Kaouther Ben Hania racconta a Hot Corn il suo ultimo film: Quattro Figlie, dal 27 giugno al cinema con Arthouse
Kaouther Ben Hania racconta a Hot Corn il suo ultimo film: Quattro Figlie, dal 27 giugno al cinema con Arthouse

ROMA – È una vita che oscilla tra luci e ombre, quella di Olfa, donna tunisina e madre di quattro figlie. Un’esistenza spesso ribelle, ma schiacciata dal peso della tradizione e della società. Un giorno, le sue due figlie maggiori spariscono. Per riempire il vuoto, la regista Kaouther Ben Hania invita due attrici a prendere il loro posto al fianco della donna e delle due figlie minori, per ripercorrere e mettere in scena – tra realtà e finzione – la storia della famiglia. Ne scaturisce un viaggio intimo e profondo pieno di speranza e sorpresa, un’opera emozionante e catartica, tragica ma anche inaspettatamente divertente, candidata all’Oscar per il miglior documentario. Quattro Figlie, al cinema dal 27 giugno con Arthouse in collaborazione con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Quattro Figlie, un film di Kaouther Ben Hania, al cinema dal 27 giugno con Arthouse
Quattro Figlie, un film di Kaouther Ben Hania, al cinema dal 27 giugno con Arthouse

LA GENESI – «Nel 2016 Olfa ha reso pubblica la storia delle sue due figlie maggiori. È stata presentissima in televisione, sui media tunisini, alla radio, era spesso ospite a raccontare questa storia – nel film, infatti, c’è tanto materiale d’archivio – e io ho ascoltato per caso un’intervista radiofonica e sono rimasta immediatamente colpita. Mi sono subito messa in contatto con il giornalista che l’ha intervistata, mi sono fatta dare il numero di telefono. Ho contattato Olfa anche se al tempo non avevo la minima idea di come sarebbe stato Quattro Figlie e come avrei potuto raccontare questa storia».

Un momento del film
Un momento del film

IL CINEMA E IL DOLORE – «Non so se è il ruolo del cinema quello di lenire le sofferenze, però ci sono due livelli di lettura. Da una parte le cose che vengono raccontate e che vogliamo raccontare allo spettatore, e le cose che invece raccontiamo ai personaggi e quelle sono cose completamente diverse. Il dolore di Olfa e delle sue figlie minori, sicuramente le ho invitate a partecipare, a prendere parte a Quattro Figlie, perché volevo provare a capire ciò che era successo. Come sappiamo bene, in qualunque percorso terapeutico e di guarigione serve anche la comprensione del dolore e questo film aveva alla base questo presupposto: cercare di capire e provare a far guarire».

Olfa Hamrouni in una scena di Quattro Figlie
Olfa Hamrouni in una scena di Quattro Figlie

L’ISIS – «Per provare a spiegare cos’è l’ISIS, mi viene subito in mente il meccanismo del fascismo qui in Europa, solo che qui purtroppo ha funzionato per molto tempo. Ci sono stati molti regimi fascisti in Europa. Nei paesi arabi no, l’ISIS c’è stato ma per fortuna c’è stato per poco tempo. Non sono veramente mai riusciti a creare uno Stato Islamico. La matrice ideologica però è la stessa, questo continuo ragionare per essere i migliori, l’esaltazione del gruppo, il disprezzo per gli altri, il fatto, però, che si chiami Stato Islamico non è che lo rende diverso dagli altri».

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