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Fuga da Hogwarts: Daniel Radcliffe e il costante boicottaggio di Harry Potter

Nazista, cadavere, corriere della droga. Ovvero: come sabotare l’immagine del maghetto

Dopo aver visto il trailer del suo penultimo film, Jungle, qualcuno l’ha definita «la sindrome da Harry Potter», ovvero il modo in cui in questi anni Daniel Radcliffe sta sistematicamente sabotando la propria carriera. Per capirlo non serve un fine analista, ma è sufficiente scorrere la filmografia dell’attore che, tra Horns e Imperium, dopo la chiusura di Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2 – era il 13 luglio 2011 – non ha più azzeccato un film, arrivando a sfide attoriali al limite del sopportabile e del buon senso. Un esempio? Swiss Army Man, in cui Radcliffe interpretava un cadavere, Manny, ritrovato su una spiaggia da un naufrago, Hank (Paul Dano). Acclamato al Sundance tre anni fa, fu (inevitabilmente) un flop al botteghino con un incasso di cinque milioni di dollari: «Senza dubbio il film più strano che abbia mai girato», spiegò poi Radcliffe, «ma se dovessi buttare via tutto quello che ho girato nella mia carriera per salvare una sola scena, allora sceglierei quella dei sei minuti in autobus con Paul. Un’esperienza indimenticabile».

In Swiss Army Man, nei panni di un cadavere su un’isola deserta.

Ma se Swiss Army Man almeno era un buon film, di molte altre pellicole post-Potter dell’attore non si può certo dire lo stesso: qualcuno ricorda Horns, mai nemmeno distribuito in Italia? E se Imperium, in cui Radcliffe interpretava un agente sotto copertura finito in un movimento che teorizzava la supremazia bianca, almeno è approdato su Netflix, ecco che anche l’horror survivor Jungle è svanito nell’arco di pochi mesi, lasciandoci solo l’immagine dell’attore con barba lunga e occhi scavati. La nuova evoluzione del fu Harry Potter è ora Beast of Burden – potete vedere il primo trailer in fondo all’articolo – in cui l’ex maghetto interpreta un’altra figura poco edificante: un corriere della droga. Riassumendo: nazista, cadavere, sopravvissuto, corriere della droga, aspirante diavolo con tanto di corna e tra poco hacker in trattativa con un trafficante messicano in We Do Not Forget. Undici film in otto anni di cui solo un parziale successo (The Woman in Black, 127 milioni di dollari di incasso) e un unico blockbuster (Now You See Me 2, 334 milioni).

Radcliffe nei panni di un neonazista infiltrato in Imperium, 2016.

In tutto questo, rispettando le scelte artistiche di Radcliffe che non ha certo bisogno di cachet alti (il suo patrimonio è stimato in 33 milioni di euro), l’aspetto che però colpisce di più non è tanto quello puramente cinematografico, ma la costante demolizione fisica che in questo lasso di tempo l’attore ha compiuto, utilizzando il suo corpo per ribadire – nel caso qualcuno ancora non l’avesse compreso – che Hogwarts è lontana, Harry Potter è ormai morto e che lui è un altro, distante anni luce da Privet Drive. Adesso lo abbiamo capito. Non ci resta che sperare che i prossimi due film, Miss Sarajevo e Escape from Pretoria, ispirati a due storie vere ambientate in Bosnia e in Sudafrica, siano l’inizio di una nuova fase della carriera in cui più che demolire il passato, Radcliffe cerchi di costruirsi un futuro. Ce la farà? Nell’attesa ecco il primo trailer di Beast of Burden:

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