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Francesco De Gregori: «Il mio documentario in bilico tra Roma e New York, cinema e musica…»

Il cantautore racconta Vero dal vivo, documentario che andrà in onda su Rai 3 il prossimo 1 dicembre

Francesco De Gregori sul manifesto di Off The Record, la serie di concerti che terrà a Roma a partire dal 28 febbraio.

MILANO – Mattinata fredda per chi, a Milano, va al lavoro in bicicletta, come noi di Hot Corn. Ma ne vale la pena se in fondo alla strada c’è la Fondazione Feltrinelli, un caffè caldo, una brioche salata e la possibilità di incontrare Francesco De Gregori per farsi raccontare qualcosa del suo film, Vero dal vivo, in onda sabato 1 dicembre su Rai3, alle 21.40. Capelli bianchi tirati indietro e appoggiati sul collo come ai tempi de La valigia dell’attore, De Gregori appare subito in grande forma mentre parla dei suoi progetti musicali per il 2019 e spiega questo nuovo e curioso film documentario in bilico tra cinema e musica, una ricostruzione dell’avventura del tour compiuto nel 2017 che lo ha portato con la band da Torino a New York, passando per Monaco e Parigi.

IL FILM «Allora: innanzitutto vorrei precisare che non si tratta di un film musicale. Vero dal vivo non è un film concerto oppure il film dedicato a un concerto, ma qualcosa d’altro: il racconto di un viaggio tra Parigi, Londra, Monaco e New York, la storia vera di persone che si muovono, dicono cose, ridono e poi stanno serie. Le canzoni che si sentono davvero nel film alla fine saranno due o tre, e nemmeno eseguite per intero».

IL REGISTA «Daniele Barraco è un ragazzo classe 1980 che già da un po’ di tempo lavora con noi come fotografo e fece già il direttore della fotografia per il video de La donna cannone. Questo è il suo primo documentario e devo dire che ha gestito tutto lui seguendoci per tutto il tour, abile a essere silenzioso, a sparire quasi come fosse una mosca curiosa in una stanza piena di gente: spesso non ci accorgevamo neanche che fosse lì a riprendere, il che ha reso secondo me il film molto più vero di molti altri documentari».

LA SORPRESA «Nonostante ci abbia seguito per tutto il tour, io ho voluto vedere Vero dal vivo solo alla fine, una volta concluso, e mi ha piacevolmente sorpreso rivedere alcuni momenti in cui non pensavo nemmeno che Daniele ci fosse, o perlomeno che stesse girando in quel preciso momento».

IL VERO FRANCESCO «Molti che hanno visto questo documentario mi hanno detto che secondo loro non si coglie il vero De Gregori, che risulto sempre un po’ sfuggente. “Come al solito non si capisce che pesce sei, Francesco”, mi sono sentito dire. Forse è vero, ma questo non voleva essere un film sulla ricerca dell’identità o dell’essere del De Gregori uomo, si tratta solo di una finestra su un mondo, sul mistero che fondamentalmente è un essere umano. Un film di indizi, dunque, un insieme di schegge di vita che non hanno l’interesse ad approfondire il senso delle cose che avvengono, ma solo di mostrarle».

De Gregori con Barraco alla scorsa Festa del Cinema di Roma.

UN RACCONTO SPORCO «Durante un viaggio accadono spesso cose singolari che magari a uno che scrive un film non verrebbero in mente. Sono quelle la parti che più mi sono piaciute. Come quando salimmo su un taxi a New York e dato che il tassista aveva origini napoletane mi sono messo a cantargli Anema e core: gliel’ho cantata proprio tutta e lui non ne poteva più, non sapeva nemmeno l’italiano e non vedeva l’ora che la corsa terminasse. Oppure quando mi sono arrabbiato perché io, il cantante della band, ero raffreddato, ma tutti si preoccupavano per la salute di mia moglie, senza dare peso alla mia».

UN NUOVO LOOK «Si, nel corso del tour del film ho la barba tagliata e non indosso né occhiali da sole, né cappello. Ci sono due risposte a questa scelta. La prima è più seria, ed è motivata dal fatto che il film voleva essere ‘vero’, quindi ho deciso di togliermi quello scudo con cui mi maschero durante le mie esibizioni; non volevo essere un’icona, la solita icona delle locandine e delle copertine dei dischi, ma volevo che nel film ci fossi io. La seconda risposta, più scherzosa, è che nell’estate precedente al film ero in Grecia con mia moglie e avevamo comprato una di quelle maschere per guardare i fondali che coprono la faccia: con la barba da quella maschera entrava l’acqua, quindi ho dovuto tagliarla. Poi è arrivato l’inizio del tour e, per la pigrizia di non dovermi portare dietro il rasoio, ho deciso di rimanere rasato. E durante ha iniziato a piacermi l’idea di non dover essere prigioniero di una fotografia…».

Qui sotto il trailer di Vero dal vivo:

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