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Dellamorte Dellamore | Rupert Everett, Michele Soavi e la storia di un cult assoluto

Prima di Dylan Dog c’era soltanto Francesco Dellamorte: Di nuovo al cinema dal 14 ottobre

Rupert Everett in una scena di Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, di nuovo al cinema con CG Entertainment e Cat People
Rupert Everett in una scena di Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, di nuovo al cinema con CG Entertainment e Cat People

MILANO – Che ruolo iconico occupa oggi Dylan Dog nel mondo del fumetto italiano (e non solo)? Sin dal suo esordio nel 1986, l’investigatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi ha conquistato generazioni di lettori di ogni età, mantenendo intatto il suo fascino. Come spesso accade con opere di questo calibro, prima o poi arriva il tentativo dell’adattamento cinematografica, e anche l’opera di Scalvi non è sfuggita a questo destino. Se siete tra quei pochi (sfortunati) che ricordano il disastroso film americano del 2011, Dylan Dog: Dead of Night, con l’ex Superman Brandon Routh, non temete: non c’è l’intenzione di risvegliare il ricordo di quella versione completamente snaturata e malriuscita tanto da sembrare inferiore anche all’episodio peggiore di Buffy l’Ammazzavampiri. Invece, facciamo un passo ancora più indietro nel tempo, prima ancora della pubblicazione del mitico albo numero 1 di Dylan Dog.

Rupert Everett in una scena di Dellamorte Dellamore
Rupert Everett in una scena di Dellamorte Dellamore

Nel 1983, Tiziano Sclavi scrive un romanzo: il protagonista è Francesco Dellamorte, custode del cimitero dell’immaginaria cittadina di Buffalora; il custode e il suo aiutante Gnaghi, si trovano a fronteggiare un’epidemia misteriosa quando i morti si risvegliano entro sette giorni dal decesso, trasformandosi in creature aggressive che devono essere eliminate per scongiurare ulteriori pericoli. Nel frattempo, Dellamorte si innamora perdutamente di una donna che sembra reincarnarsi continuamente sotto diverse forme, mentre attorno a lui si fa tutto sempre più grottesco e al limite della follia. Dellamorte Dellamore venne pubblicato solo nel 1991 a cinque anni dall’esordio di Dylan Dog, ma per chiunque si fosse avvicinato al romanzo di Tiziano Sclavi, la somiglianza era evidente: Francesco Dellamorte era già, in molti aspetti, Dylan Dog.

Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, al cinema dal 14 ottobre con CG Entertainment e Cat People
Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, al cinema dal 14 ottobre con CG Entertainment e Cat People

Pur con delle differenze, i punti di contatto erano tanti e non si trattava di semplici coincidenze. Lo stesso devono aver pensato Michele Soavi e la sua squadra, quando il 25 marzo 1994 portarono nelle sale l’omonimo adattamento cinematografico del romanzo, presentato al pubblico come: «Il film di Dylan Dog». L’equivoco era intenzionale e, sotto molti aspetti, giustificato: a interpretare Francesco Dellamorte era Rupert Everett, l’attore inglese che aveva ispirato il volto del celebre investigatore dell’incubo nei fumetti. Nel film, accanto a lui, la figura enigmatica di “Lei”, interpretata da Anna Falchi, con una presenza eterea che rimase indelebile nella memoria del pubblico, come mai più accadde in seguito.

Anna Falchi in un momento del film
Anna Falchi in un momento del film

Dellamorte Dellamore segnava così la chiusura di un’epoca d’oro per il cinema di genere italiano, forse un’opera arrivata troppo in anticipo rispetto ai tempi, poco capita e poco apprezzata. Adesso, trent’anni e diverse riletture dopo, Dellamorte Dellamore torna al cinema da lunedì 14 ottobre distribuito da CG Entertainment in collaborazione con Cat People, per far sì che – come trent’anni prima – vecchi e nuovi fan di Francesco/Dylan possano incontrarsi e trarre le loro conclusioni su un film ingiustamente dimenticato. Nell’adattamento di Michele Soavi è stato sempre forte questo umorismo grottesco che intreccia battute e dialoghi al limite del surreale, oscillando tra il ridicolo e la filosofia, in un gioco di equilibri consapevole tra queste due anime che convivono nel film. La voce fuori campo di Francesco Dellamorte si interroga più volte su quale sia la differenza tra la vita e la morte (arrivando a porre la domanda persino di fronte alla Morte stessa), mentre l’atmosfera attorno a lui diventa sempre più visionaria e spettrale, dipinta con la precisione e i contrasti di un quadro fiammingo.

Un momento del film
Un momento del film

Francesco/Dylan, come gli altri abitanti di Buffalora, sembra sopravvivere ridendo della paura, sfidando il terrore crescente con un’ironia amara, anche davanti agli eventi più macabri. Soavi eleva il romanzo di Sclavi grazie alle musiche evocative di Manuel De Sica e agli effetti speciali di Sergio Stivaletti. Tra una scena surreale che vede la figlia del sindaco di Buffalora decapitata mentre indossa l’abito da sposa, e un motociclista zombie che risorge con tanto di moto al seguito in un’esplosione di metal e kitsch, Dellamorte Dellamore va oltre il cinema di Dario Argento, celebrando l’horror in un momento storico in cui molti credevano che il genere fosse giunto al capolinea in Italia.

Rupert Everett in una scena del film
Rupert Everett in una scena del film

Dellamorte Dellamore è un film dall’anima schizofrenica, che combina la bellezza inquietante di un mondo grottesco con l’assurdità e il caos di quello umano e mortale. La dicotomia spettrale di questo film (che culmina con tanto di finale enigmatico), e la sua riflessione sul confine tra vita e morte erano forse troppo precoce per il pubblico dell’epoca. Realizzato come un’opera fuori dal tempo, proprio questa sua qualità è finita per essere la sua condanna? Trent’anni dopo, grazie a CG Entertainment e Cat People, abbiamo però finalmente l’opportunità di (ri)scoprire un film che è riduttivo definire semplicemente cult. La sua unicità e ambizione, che vanno ben oltre le convenzioni del fumetto, hanno ridefinito un intero genere che rimane ancora oggi senza rivali.

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