MILANO – In un viaggio quasi ciclico, torniamo da dove tutto è partito. È passato ormai più di un mese da quando è iniziata l’epidemia da Coronavirus, che nelle ultime settimane ha messo in ginocchio il mondo intero. Prima la Cina, poi l’Italia e infine tutti gli altri paesi, europei e d’oltreoceano. Insieme alle drammatiche conseguenze su tutti gli aspetti della vita quotidiana, anche i mercati, compreso il cinema, stanno affondando il colpo. L’industria cinematografica di casa nostra ha subito onerose perdite, che continuano solo ad aumentare, e ora anche gli Stati Uniti prendono provvedimenti drastici. Uscite posticipate, come No Time to Die rinviato a novembre e Fast and Furious 9 posticipato addirittura al 2021, produzioni e riprese bloccate, dappertutto sale cinematografiche chiuse. Coronavirus e cinema insomma sono diventati un binomio pesante.

In Francia il Festival di Cannes è stato rinviato, così come i principali appuntamenti in arrivo della stagione cinematografica. E il peso di questa mancanza inizia a farsi sentire. Nonostante le varie piattaforme si stiano prodigando a offrire una sempre più ampia offerta, ci manca andare fisicamente in sala e trovarsi di fronte al grande schermo. Il rapporto tra Coronavirus e cinema, quindi, ha di fatto cambiato nel profondo le nostre abitudini. Ma nel mezzo della tragica situazione in cui ci troviamo, un piccolo messaggio di speranza arriva dal paese che per primo ha dovuto affrontare la lotta al virus.

Da circa una settimana, la Cina è arrivata a registrare zero contagi interni, grazie all’impegno costante sia da parte dei medici che della popolazione: il video in cui i medici dell’ultimo ospedale d’emergenza si tolgono la mascherina in segno di vittoria dopo che questo è stato chiuso ha fatto il giro del mondo. Quello che emerge dalla Cina, ora, è una grande voglia di ripartire. E proprio uno dei punti fondamentali per tornare alla vita normale sembra essere il cinema. Già mercoledì scorso hanno riaperto circa sedici sale e la speranza è quella di tornare del tutto operativi entro maggio. Infatti, circa il 70% della popolazione ha dichiarato che tornare nei luoghi di svago sarà per loro una priorità. Ovviamente non si parla di partire in quarta.

Le poche sale che hanno riaperto stanno registrando un’affluenza minima e ci vorrà molto tempo prima di iniziare a tornare alla fruizione come nei tempi pre-virus: basti pensare che il mercato cinematografico cinese, uno dei più attivi, ha avuto perdite per oltre due miliardi di dollari. Ma i buoni propositi ci sono e, al fine di invogliare ancora di più le persone a tornare in sala, è stato scelto di optare per una doppia linea di programmazione. Da una parte usciranno tutti quei film che, a causa dell’epidemia, erano stati annullati e posticipati nel paese, tra cui 1917, Jojo Rabbit, Le Mans ’66 – La grande sfida (vedilo su CHILI), Dolittle, Bad Boys for Life e Sonic!

Dall’altro lato verranno riproposti titoli più datati o usciti già da qualche anno ma di enorme successo. Primo su tutti è Harry Potter e la pietra filosofale, annunciato sull’account ufficiale Warner Bros. con l’emblematica affermazione «La magia sta arrivando!», insieme al ritorno in sala dei film della saga degli Avengers, Interstellar e Inception. Insomma, tra Coronavirus e cinema, vince il tentativo di riportare nei cuori di tutti la magia e la bellezza di ritrovarsi su quelle poltrone ed entrare in un altro universo. Un invito a uscire e ritornare in mezzo al calore della gente, a riscoprire la socialità. E mentre la nuova marcia della Cina qui in Occidente sembra ancora lontana, non dobbiamo perderci d’animo. Ci riusciremo anche noi.
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