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Comedians | Gabriele Salvatores e un’amara riflessione sull’oscurità delle risate

Il cast? Da Ale & Franz a Giulio Pranno, da Natalino Balasso a Christian De Sica. In digitale su CHILI

I protagonisti di Comedians
I protagonisti di Comedians

ROMA – Letteralmente, una risata ci seppellirà. Sotto una montagna di vergogna, magari per aver ceduto alle lusinghe del compromesso (anzi, del successo) o, perché no, sotto una pioggia battente e incessante, quasi punitiva. In un modo o nell’altro Gabriele Salvatores pare non voglia staccarsi dal senso di quella vecchia ma ancora attuale commedia di Trevor Griffiths. Prima nel 1987, quando mise in scena come opera seconda Kamikazen – Ultima Notte a Milano e ora, da regista sicuramente più totale e maturo, con Comedians – in digitale su CHILI -, in cui porta nuovamente al cinema il testo originale del drammaturgo inglese, se pur adattandolo per il pubblico italiano. Il risultato? Un film che, al netto delle sue due location, è profondamente stratificato; emulsionato per essere un’opera tanto semplice quando complessa nel significato. Perché, dietro al titolo, Comedians è tutto fuorché un film comico.

Il prof di Comedians, Natalino Balasso
Il prof di Comedians, Natalino Balasso

La storia? Molto semplice: sei aspiranti comici (Ale & Franz, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa, Walter Leonardi, Marco Bonadei) frequentano un corso serale tenuto da un (ex) grande della risata (Natalino Balasso, fuoriclasse). Hanno del talento ma, essenzialmente, sono persone decisamente ordinarie, impaurite e smaniose di aprirsi alle luci del palco per scappare da una vita grigia. Sì perché ormai siamo alla fine delle lezioni, e c’è l’atteso saggio in un night club, alla presenza di un esaminatore (Christian De Sica, confermando ancora una volta di essere un vero attore), che sceglierà uno di loro per il suo programma televisivo. Ecco la grande occasione, la svolta finale. Ma presto arriva un dubbio feroce: rispettare gli insegnamenti del maestro propenso alla comicità intelligente, oppure assecondare il gusto meno raffinato del talent scout?

Comedians
Marco Bonadei, in scena

Tradimenti e oscurità, svolte cinematografiche che si mischiano a quelle teatrali e, nel bel mezzo, un’illuminante riflessione su cosa voglia dire – oggi – l’arte raffinatissima della comicità. Cosa si nasconde dietro una barzelletta? E lo stereotipo, è davvero da condannare? Dove inizia e dove finisce la libertà d’espressione e, di conseguenza, l’accettazione (o il rifiuto?) delle regole? Griffiths, di certo, non si schierò, né tantomeno lo fa Salvatores: lascia liberi i suoi commedianti nello spazio ristretto di un aula e di un palco; li lascia liberi di offendersi e di mordersi, di sfidarsi e di comprendersi, o più semplicemente di mangiarsi a vicenda in un gioco alla risata che non fa vinti ma solo (in)consapevoli vittime. Ed è bravo Salvatores, con una platea di attori incredibili, a mantenere però ben coesa ed equilibrata questa libertà.

Christian De Sica in Comedians
Christian De Sica in Comedians

Lo spazio è poco, il tempo corre veloce e, allora, ogni comico ha il suo preciso ruolo nel racconto anarchico e opprimente, poggiato su un equilibrio fatto di inquietudine e oscurità, lasciando poca aria ai protagonisti e, di conseguenza, agli spettatori. E non è un caso che nel film non ci sia musica (tranne che per il blues ruvido di Tom Waits, all’inizio alla fine), del resto l’umanità di Comedians è piccola, destinata a lottare per un futuro che si vorrebbe riscrivere da capo ma che, a guardar bene, non ha nemmeno un foglio da cui ripartire. La risata, dice l’opera, è un mezzo per rompere le difese delle spettatore e raccontare un’immagine alternativa. Come le emozioni, che risuonano superando l’attimo in cui si provano, restando addosso, appiccicose e contagiose. Proprio come una risata.

La video intervista a Gabriele Salvatores è a cura di Damiano Panattoni:

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