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Claude Lelouch: «Gli Oscar? Li ho messi nello zaino e sono partito per Saigon…»

Ieri, oggi e domani: il regista francese si racconta al Monte-Carlo Film Festival De La Comédie

MONTE CARLO – Dice di avere quarantasette anni, uno per ogni film che ha diretto, anche se per l’anagrafe ha spento da poco ottanta candeline. Claude Lelouch gesticola, sorride e si anima nel ricordare il suo grande passato al 15° Monte-Carlo Film Festival de la Comédie – in scena dal 26 febbraio al 4 marzo – kermesse ideata da Ezio Greggio che lo vede impegnato in questi giorni con la carica di Presidente di Giuria. Enfant prodige del cinema francese, Lelouch è riuscito nell’impresa di vincere due Oscar addirittura prima dei trent’anni anni, per Un uomo, una donna, premiato nel 1967 sia come miglior film straniero che per la miglior sceneggiatura originale.

Lelouch con Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée sul set di Un uomo una donna: 20 anni dopo, 1986.

GLI OSCAR «Sono arrivato a Los Angeles a mezzogiorno del 10 aprile 1967 per poi ripartire alle due di notte per Saigon, dove avrei dovuto girare il documentario collettivo Far from Vietnam. Ho messo le statuette in uno zainetto e me lo sono portato dietro sulla portaaerei militare che dalla città mi avrebbe portato a destinazione, assieme ad una decina di corrispondenti di guerra. Il comandante mi ha chiesto cosa avessi lì dentro e quando gli ho spiegato cosa fossero mi ha ceduto la sua cabina per dormirci, invece dell’amaca a cui ero destinato».

LA PREMONIZIONE «Ero uno sbarbatello di ventinove anni che si era ritrovato a Hollywood ad entrare in albergo con Gregory Peck. Mi sembrava tutto surreale, tanto che ad un certo punto il facchino che mi portò la valigia in camera mi sussurrò: “Guardi che stasera di Oscar ne vince due”. Mi ha spiazzato, gli ho chiesto come lo sapesse. Mi disse di aver origliato una conversazione tra due membri dell’Academy. Nel dubbio che avesse ragione, gli lasciai una lauta mancia».

Con Jean Dujardin e Elsa Zylberstein sul set di Un plus une, 2015.

L’ISPIRAZIONE «L’amore è la forza che muove il mondo. Tutto ciò che facciamo è per essere amati, ecco perché le storie che preferisco ruotano attorno a questo sentimento. Spesso i miei film parlano di stronzi perché, diciamolo, il genere maschile è composto da imbroglioni e le donne sono la versione riuscita degli uomini. Infatti ho pochi amici maschi, non mi ispirano molta fiducia. A parte queste distinzioni di genere, resto dell’avviso che l’essere umano con la sua bellezza e le sue bassezze resta il più grande sceneggiatore. La vita in fondo è un gioco…».

LA FELICITÀ «La felicità? Un percorso ad ostacoli, una fatica immane. Ma senza combattere non si raggiunge il diritto alla felicità. Va guadagnato. E di questo parlano i miei film, sempre con sincerità. Si può scrivere solo ciò che si conosce perché ciascuno è in fondo protagonista della propria sceneggiatura e gli altri sette miliardi che popolano la terra ne diventano i figuranti. Cinema e vita sono connessi in maniera viscerale. Ecco perché continuo a parlare di sentimenti».

Lelouch con Ezio Greggio al Monte-Carlo Film Festival De La Comédie.

LA SCUOLA «Guardo ai giovani con grande speranza, per questo motivo ho fondato Les Ateliers du Cinéma, che offre a tredici studenti un corso di regia di due anni. Si trova a Beaune, nel cuore della Borgogna, ma non è un caso. Unisce infatti due grandi piaceri della vita: il cinema e il buon vino. Finora ha ospitato ragazzi da molte parti del mondo, dalla Cina al Canada, dalla Francia agli Stati Uniti ma ancora nessuno studente italiano».

Tre leggende: Lelouch, Roman Polanski & Jerry Schatzberg a Cannes, 23 maggio 2017. Foto Shutterstock.

IL SEQUEL «C’è un mio film di cui ho sempre desiderato fare un sequel: L’avventura è l’avventura, che girai nel 1972 con Lino Ventura, Jacques Brel e Johnny Halliday. L’idea sarebbe di realizzare una commedia con dei gangster di una certa età, magari tutti insieme in un ospizio, che si rimettono all’opera. L’ispirazione non manca, visto che il mondo è pieno di delinquenti. Per il momento però ho altri tre film all’opera, commedie sull’amore, due delle quali girerò entro l’anno. Il terzo, invece, è una specie di mémoire che ho iniziato sessant’anni fa…».

 

  • Qui sotto, il trailer francese di Un uomo, una donna, restaurato nel 2016:

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