in

L’apocalittico futuro di Rupert Wyatt: perché aspettiamo Captive State

Un grande cast, Chicago, gli alieni e l’inizio di una rivoluzione: è in arrivo un nuovo cult sci-fi?

La trilogia più sottovalutata degli ultimi anni? Facile, Il Pianeta delle Scimmie. Se, l’ultimo capitolo, The War, uscito nel 2017 e diretto da Matt Reeves, è un capolavoro di genere, il merito lo si deve anche a quel primo film del 2011, dove James Franco, diretto da Rupert Wyatt, era testimone dell’inizio della fine. Un mondo e un’umanità tracollata, il senso di tutto. E, forse per questo, per la sua coerenza e sincerità, la saga non ha attecchito molto sul pubblico. Messo alle strette da un’innegabile verità che tocca un po’ tutti. Così, a proposito di Rupert Wyatt, il regista britannico – e non era affatto male nemmeno il suo film d’esordio, Prision Escape – ritorna nel mondo dello sci-fi apocalittico e distopico, portandoci in un mondo colonizzato – e controllato – da esseri extraterrestri.

Una scena di Captive State.

Ecco, la firma di Rupert Wyatt (anche sceneggiatore), basterebbe a farci attendere con curiosità l’arrivo in sala di Captive State, dove a dieci anni dallo sbarco, racconta la trama, la popolazione è sotto il governo degli alieni. Alla tv, vediamo dal concitato trailer, alcuni dicono che, se non fosse stato per quelle figure venute dallo spazio, ci sarebbe stata l’anarchia più totale. Mentre altri, andando più a fondo, vedono negli extraterrestri delle figure dominanti e parassitarie. Insomma, salvatori per alcuni, dittatori per altri. Tra loro, mettendo in atto una Ribellione, c’è John Goodman che recluta il giovane Ashton Sanders (Moonlight), figlio di un soldato caduto.

captive state
John Goodman e Ashton Sanders in Captive State.

Insomma, una sorta di guerra al potere, sembra declinare Captive State (al cinema dal 28 marzo, per Adler), con la scusa dell’invasione aliena e del distopico. Certo, sarà curioso capire, effettivamente, da che parte scegliere di stare, in una Chicago sull’orlo del baratro. Nella storia del cinema, di invasioni aliene, ce ne sono state tante, a cominciare da La Guerra dei Mondi via radio di Orson Welles fino ai pacifici e immaginifici UFO di Steve Spielberg in Incontri Ravvicinati, fino a Contact di Robert Zemeckis e Arrival di Denis Villeneuve. Per non parlare di Indipendence Day o l’ottimo District 9 di Neill Blomkamp, da cui questo Captive State pare discendere.

Eppure, il film di Wyatt – e attenzione anche al cast, perché oltre Goodman e Sanders ci sono anche Vera Farmiga, Machine Gun Kelly e Kevin Dunn – sembra diverso, a metà tra l’indie e lo sperimentale. Con una campagna marketing iniziata già mesi fa, quando è stato messo in rete il sito fake della Legislatura (fatevi un giro, lo trovate qui), dove si possono leggere dei veri e propri avvisi alla popolazione, ed è stato lanciato l’hasthag da social network #IStandAgainstTheLegislature, in piena onda rivoluzionaria. Ah, senza dimenticare il budget dichiarato: 25 milioni di dollari. Che, guarda caso, è lo stesso che fu di Cloverfield nel 2008. Solo una coincidenza, oppure un altro cult sci-fi in arrivo?

  • Hot Corn Social Club | Al cinema con noi a vedere Captive State 

Qui potete vedere il trailer di Captive State:

[inserisci trailer=’captive-state-teaser-trailer-ufficiale’ display=’title’]

 

 

Lascia un Commento

Le ombre di Michael Jackson: Leaving Neverland, il documentario che divide l’America

Nel Nome del Padre: dieci grandi papà per dieci grandi film