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Da I 400 colpi a Psycho | I trenta film preferiti di Bong Joon-ho

Dopo il trionfo agli Oscar di Parasite, il regista stila un elenco delle sue pellicole del cuore

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MILANO – La rivoluzione è servita: dopo i quattro Oscar vinti e la prima statuetta assegnata come miglior film a una pellicola non in lingua inglese in novantadue anni (!), Bong Joon-ho è ufficialmente il caso dell’anno e il suo Parasite il film assolutamente da vedere. Ma lui, da buon cinefilo, sulla scia di altri registi come Martin Scorsese, ha deciso di approfittare di questo momento di celebrità (inattesa) per stilare una lista di film fondamentali da recuperare. Trenta film, per l’esattezza, trenta titoli che mescolano cinema d’autore e blockbuster, e spaziano dagli Anni Trenta ai giorni nostri. Se I quattrocento colpi di François Truffaut era scontato, attenzione a Fanny e Alexander di Ingmar Bergman e al misconosciuto Cure diretto da Kiyoshi Kurosawa.

Parasite
Bong Joon-ho in posa con gli Oscar di Parasite.

HITCHCOCK E GLI ALTRI – Ma andiamo con ordine: le ispirazioni dietro a Parasite? Molte, moltissime, a partire dai colori audaci presi direttamente da La ballata di Narayama, sconosciuto dramma storico di Keisuke Kimoshita. Poi, ecco l’ambientazione e i temi sociali di The Housemaid di Kim Ki-young e – addirittura – per l’abitazione della famiglia, la struttura della casa di Norman Bates in Psycho di Alfred Hitchcock (!). Cinque invece i migliori film in assoluto secondo il regista: L’infernale Quinlan di Orson Welles, Fargo dei fratelli Coen, Città dolente di Hou Hsiao-hsien, La vendetta è mia di Shōhei Imamura e Vite vendute di Henri-Georges Clouzot.

Bong Joon-ho
L’infernale Quinlan

GLI ALTRI – Ma non finisce qui: nella sua lista l’autore coreano inserisce anche Un tranquillo weekend di paura di John Boorman, Desiderio d’omicidio di Imamura, Operazione diabolica di John Frankheimer e La cosa di John Carpenter. Non mancano però i ricordi cinematografici legati alla sua infanzia: ecco quindi La grande fuga di John Sturges e La vita futura di William Cameron Menzies, con storia e sceneggiatura di H.G. Wells. Porta poi due titoli ad esempio dell’immensa filmografia dei suoi registi preferiti di sempre: Io Island di Kim Ki-young, che per Bong Joon-ho è essenziale, e Toro scatenato di Martin Scorsese, uno dei più onesti ritratti dei conflitti e delle complessità di un uomo.

Bong Joon-ho
Un tranquillo weekend di paura

IL PRESENTE – Non solo cinema di ieri però: con un salto nel presente, il regista cita nella sua lista anche Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster e Diamanti Grezzi dei fratelli Safdie. I nove titoli rimanenti hanno, per diversi motivi, impressionato e lasciato una forte impronta sul regista, che perciò consiglia assolutamente di vedere. Essere John Malkovich di Spike Jonze per l’incredibile possibilità di addentrarsi nella mente del personaggio, così come Dolce è la vita di Mike Leigh per i personaggi sorprendentemente vivi. Lola Montès di Max Ophüls, nelle parole del regista «Semplicemente perché è Max Ophüls!» e la scena delle macchine nella tempesta di sabbia, che lo ha fatto commuovere, fa entrare di diritto Mad Max: Fury Road nella lista.

Bong Joon-ho
Essere John Malkovich

BOWIE E FINCHER –Per chiudere l’elenco, ecco anche L’uomo che cadde sulla Terra con David Bowie e Rushmore di Wes Anderson. Altri titoli? Nashville di Robert Altman, il recente Wendy e Lucy di Kelly Reichardt, addirittura Zodiac di David Fincher, per molti è il corrispettivo di ciò che Memorie di un assassinio è per Bong Joon-ho. Insomma, la lista è lunga: non resta che premere play e mettersi a guardare i film consigliati da Mister Oscar.

Bong Joon-ho vince l’Oscar alla regia per Parasite

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