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Atomica Bionda | Dal fumetto all’action movie con Charlize Theron

David Leitch ha adattato sul grande schermo la graphic novel La Città più Fredda. Com’è?

Atomica Bionda
Atomica Bionda, dal fumetto al film

MILANO – Prima che le vicende della spia Lorraine Broughton arrivassero sullo schermo in Atomica bionda, diretto da David Leitch nel 2017 con Charlize Theron (su Netflix e Prime Video), erano raccontate nel graphic novel La città più fredda di Anthony Johnston (in Italia edita da Magic Press), già conosciuto per Wasteland e Daredevil. Illustrato da Sam Hart, il thriller di spionaggio recupera tutti quegli aspetti che caratterizzano i difficili anni della Guerra Fredda e il clima nella città di Berlino (come richiamato dal titolo), attraversata dalle pericolose dinamiche politiche internazionali. Siamo nel 1989, pochi giorni prima della caduta del Muro, e una spia dell’MI6, i servizi segreti inglesi, viene uccisa. Compito della veterana Lorraine è recarsi nella città, calda zona di scontri, per portare a termine la missione.

Il fumetto di Atomica Bionda
Il fumetto di Atomica Bionda

Tra agenti del KGB, della CIA, dei servizi segreti e un informatore francese (che nel film diventa una formidabile Sofia Boutella nei panni di Delphine) seguiamo gli eventi di quei giorni e le scelte fatte dalla protagonista che hanno portato al fallimento della missione. Johnston usa per la sua storia la tecnica del flashforward, ormai collaudata nelle storie di genere: scopriamo i fatti come un racconto a posteriori di Lorraine mentre viene interrogata sulla missione da un superiore. Ora, nonostante film e fumetto abbiano in comune i punti principali della storia, non potrebbero essere più diversi: il film è solo vagamente ispirato al fumetto e gli rende omaggio. “La graphic novel è stata molto influente per il concetto originario ma poi mi sono chiesto come poter rendere il tutto più rock’n’roll” ha affermato il regista.

Charlize Theron in Atomica Bionda
Charlize Theron in Atomica Bionda

Ed effettivamente, i toni dell’originale sono molto più tenui, scarni e soprattutto verosimili rispetto alla pellicola. Senza contare la quasi totale assenza di lunghe scene action. Atomica bionda fa proprio delle impegnative sequenze d’azione uno dei suoi punti di forza, insieme a un uso dei colori quasi sfrontato (per non parlare dell’utilizzo delle luci neon) e un abbigliamento molto più glamour, lontano dal solito immaginario delle spie in impermeabile e cappello: cosa che reca non pochi problemi alla protagonista la quale, mentre nel comic riesce a nascondersi e rendersi quasi invisibile, qui passa difficilmente inosservata. Di contro, l’atmosfera del fumetto, in bianco e nero (degna di nota una tecnica a china invidiabile da parte di Sam Hart) con figure e ambienti stilizzati e una Berlino non immediatamente riconoscibile, punta molto di più sul ricreare quella tipica sensazione delle storie di spionaggio, il costante pericolo, l’eccitante gioco di sotterfugi, i sottili mind games messi in atto dai personaggi.

La città più Fredda
Una striscia de La Città più Fredda, la graphic novel da cui è tratto il film

La pagina stampata poi permette di disseminare qua e là piccoli indizi che fanno tanto in un giallo, e gli appassionati del genere lo sanno bene. Ad esempio, nella pellicola vediamo Lorraine combattere abitualmente vestita in modo alquanto chic, e la cosa non ci insospettisce, ma nel fumetto una vignetta dopo un omicidio in cui si vede solo il tacco ai piedi di una donna è l’espediente per instaurare nel lettore il dubbio che sia coinvolto un personaggio femminile. Piccoli dettagli che alla fine fanno la differenza. La storia poi continua con un prequel, L’inverno più freddo, con un salto indietro nel backstage della missione che conosciamo. La vedremo al cinema? Chissà, intanto, se non siete stati convinti del tutto dalla resa troppo hollywoodiana della storia, questa graphic novel fa decisamente al caso vostro.

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