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Andrew Barth Feldman: «Dear Evan Hansen? Il musical che ho sempre sognato fare»

16 anni, una carriera ricca e uno spettacolo cult. Hot Corn ha incontrato la nuova stella di Broadway

Andrew Barth Feldman
Andrew Barth Feldman in un momento di Dear Evan Hansen

NEW YORK – A dispetto della sua giovane età, 16 anni, Andrew Barth Feldman appare a suo agio sul palcoscenico, per nulla intimidito dal debutto a Broadway in un musical vincitore di diversi Tony Awards, Dear Evan Hansen. Uno show che affronta con delicatezza il tema del suicidio adolescenziale e che ha già riservato onori ad un attore come Ben Platt. «Molte persone mi chiedono che cosa sia a rendere il mio Evan speciale, ma è come chiedere a qualcuno: cosa ti definisce? Evan è una persona reale e ho cercato di fare qualcosa di diverso rispetto agli attori che mi hanno preceduto» ha detto. Ed è sincero Andrew quando parla dello spettacolo, che solo qualche anno fa si è goduto da semplice spettatore.

Andrew Barth Feldman e il debutto in Dear Evan Hansen

Da quel momento è cominciata una sorta di ossessione. Sapeva insomma che un giorno lo avrebbe interpretato. «Volevo essere sicuro che avrei potuto esibirmi con la stessa magnificenza di Ben Platt. Ho lavorato sodo per padroneggiare ogni istante del lavoro di Ben». Giovane e talentuoso, Feldman ha fondato la sua compagnia all’età di 12 anni con la quale si esibiva fino a cinque spettacoli a settimana contemporaneamente in diversi teatri, vincendo anche Jimmy Award che riconosce l’eccellenza tra gli studenti di teatro. Fino ad arrivare al ruolo dello studente problematico Evan Hansen. Un ruolo conquistato dopo che il casting director del musical l’ha visto esibirsi nella produzione liceale di Catch Me If You Can. «Mi esibisco da quando avevo 8 anni, all’inizio cercavo sempre di essere qualcosa che non ero. In questo caso penso che Evan sia qualcosa che invece sono» ha raccontato.

Andrew Barth Feldman
Andrew Barth Feldman festeggia il Jimmy Award

E a chi pensa che questa stella di Broadway sia stanco di paragoni con i predecessori, l’attore risponde chiaramente. «Adoro parlare di Ben!» ammette sorridendo, annoverando tra i momenti più belli della sua vita l’incontro con Platt, conosciuto a livello personale durante Waitress. «Mi ha fatto da Cicerone nel mondo di Evan Hansen, ma sul personaggio non ha voluto dirmi nulla. Voleva che trovassi il mio Evan» ha spiegato. Per Feldman non è stato facile entrare nel ruolo di un adolescente ansioso, a volte isolato. «Non devo essere perfetto, darò il meglio di me in ogni spettacolo. Molte persone sono spaventate dall’intera faccenda di Broadway, ma non è poi così difficile» ha rivelato. Certamente l’attore non è immune alle ansie naturali. «Quando sei adolescente ogni giorno c’è sempre una cosa nuova che ti rende ansioso. Adoro Evan e la sua mente contorta e disordinata. Quando non sono sul palco con lui, mi manca» ha concluso.

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