MILANO – Claudia e Giulio. Lui e lei. Un incontro casuale. Una relazione. Due vite. Si conoscono nell’androne di un palazzo mentre prendono l’ascensore verso lo stesso piano scoprendo così di condividere la stessa terapeuta. Una necessità di cura che si porta dietro origini diverse: lui – un grande Massimiliano Gallo – insegnante di storia, stretto nella morsa di una famiglia ingombrante con una moglie opprimente e tre figli; lei – Fabrizia Sacchi, bravissima – cresciuta con il suo amore dai tempi dell’adolescenza con cui cerca l’affermazione della famiglia e un figlio a tutti i costi. Sono loro, Claudia e Giulio, i protagonisti di Amanti, in scena al Manzoni di Milano fino al 26 febbraio, pièce scritta e diretta da Ivan Cotroneo, una commedia decisamente riuscita con dialoghi veloci, brillanti e divertenti, che mette lo spettatore di fronte ad una realtà in cui tutti – o quasi – potrebbero riconoscere un momento della loro vita.
E allora Claudia e Giulio, dicevamo, che da quel giorno dopo il fortuito e fortunato incontro – ma chissà se poi incontrarsi è sempre una fortuna – per mesi alimentano la loro storia, anzi la loro relazione, come tiene a precisare Claudia in un eccesso di richieste di conferme proprie a volte dell’universo più squisitamente femminile. A questo definizione però Giulio si adatterà quasi subito senza sforzarsi di compiacere nessuno, ma credendoci davvero, fino alla fine. Cominciano così a delinearsi all’interno della scenografia di Monica Sironi – che divide a metà il palcoscenico tra la camera d’albergo (luogo dei furtivi incontri) e lo studio dell’analista (dove si alternano i protagonisti) – i tratti caratteristici dei due amanti, ma anche quelli di Roberto e Laura, i rispettivi partner. Tutti traditi, più o meno consapevoli, tutti traditori, tutti più o meno colpevoli.
Gli amanti di Cotroneo passano così, scena dopo scena, da uno stato di sublime passione, alla paura e al panico di appuntamenti mal celati e finiscono con un’irrimediabile perdita ritrovando forse, ed è questa la vera svolta, una direzione verso se stessi. Ciò che tentano di approfondire sul lettino della psicoterapeuta (interpretata da una perfetta Orsetta De Rossi), è la spiegazione di dare un nome alle cose, a certi bisogni e di voler capire il senso della vita cercando una felicità che – nella maggior parte dei casi – è più vicina di dove stanno cercando. Con le sue parole Cotroneo esce anche dal cliché che vede protagonista un uomo che non sa e, nella maggior parte dei casi, non vuole decidere e una donna quasi sempre afflitta dai sensi di colpa.
Con Claudia e Giulio la situazione sembra quasi ribaltarsi, ma ciò che resta alla fine – dopo gli applausi di un pubblico sempre coinvolto e mai passivo, anzi, spesso si ride a scena aperta – è una grande malinconia per qualcosa che non evolve e per quel tarlo che affligge le coppie mancate. La perdita, che in alcuni casi si rivela una fortuna, lascia spesso una sensazione indefinita, soprattutto quando non condivisa da uno dei due protagonisti. Ma non c’è amarezza, c’è invece la tenerezza dei sentimenti che con modalità diverse alla fine forse tutti i protagonisti hanno voluto esplorare. Si ride, e tanto, in uno spettacolo da vedere per i momenti ironici, divertenti ma anche per quelli malinconici con un Massimiliano Gallo in stato di grazia e una scrittura che non ha un passaggio a vuoto. Inutile dirlo, ma sarebbe (anche) un grande film…
- INTERVISTE | Massimiliano Gallo all’Hot Corner
- VIDEO | Qui il trailer di Amanti:
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