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Alice, Darling | Anna Kendrick, quelle amiche e l’ultimo atto di un amore tossico

Un rapporto malato, due amiche, un posto lontano. Il debutto di Mary Nighy? È un film necessario

Alice, Darling
Alice, Darling: Kaniehtiio Horn e Wunmi Mosaku in protezione di Anna Kendrick.

MILANO – Ma il labile confine tra l’amore romantico e l’amore tossico si può superare da soli? Si può capire quando il secondo prende il sopravvento sul primo? Forse no. E allora ecco che è necessario condividere con qualcuno, che sia un gruppo di amiche oppure altro, l’importante è uscire dalla bolla dell’amore idealizzato per farla scoppiare. Prima che sia troppo tardi. All’inizio è dura ammetterlo per Alice, ovvero Anna Kendrick (qui in una delle sue migliori prove) nel ruolo della protagonista di Alice, Darling di Mary Nighy. Lo si intuisce dalle prime inquadrature che si tratta di una ragazza inquieta, resa fragile da qualcuno. Mentre cammina verso il solito locale, ha lo sguardo basso di chi si sente giudicato e prova ad indossare la maschera della tranquillità mentre si appresta ad incontrare le amiche di sempre che non sanno cosa si nasconde dietro la relazione (apparentemente) perfetta tra lei e il fascinoso Simon (Charlie Carrick).

Alice, Darling
Alice, ovvero Anna Kendrick, e l’ombra di Simon…

Ma le due amiche Tess e Sophie (Kaniehtiio Horn e Wunmi Mosaku) scopriranno tutto nel corso di una gita al lago tra ragazze, quando Alice riesce a prendersi un po’ di tempo e un cottage isolato sul lago diventa il buen retiro per una settimana. Eppure, nemmeno lontano da Simon, la ragazza riesce a scrollarsi di dosso il suo volto e le sue parole. Troppe ombre, troppi sguardi. Alice non sembra essere mai a suo agio lontano da lui e lui è lì anche quando non c’è, per ricordarle quanto lui sia perfetto per lei e quanto lei sia sbagliata per lui. Alice si punisce torturandosi i capelli fino a spezzarli perché, in una relazione tossica, la cosa più semplice è rimanere in tensione, nella speranza che qualcuno venga a salvarci. Una ragazza scomparsa in quelle zone, di cui si mette alla ricerca con un team del luogo, distrae Alice, per un attimo proiettata verso un mondo dove succede altro. Ma l’illusione dura poco.

Alice, Darling
Le amiche e Simon. In mezzo, Alice.

Un thriller? Forse, ma non solo, o forse nemmeno importa, perché qui dentro c’è molto altro. Alice, Darling – costruito su una sceneggiatura originale di Alanna Francis e debutto alla regia dell’attrice inglese Mary Night – all’inizio sembra non decollare, ma dopo quaranta minuti, mentre tutto scorre in un incidere lento e statico, il film prende forma e arriva la ribellione di questa ragazza a disagio anche quando è destinataria delle poche parole d’amore del suo uomo. Attraverso la forza dell’amicizia riuscirà a liberarsi dalla coercizione di un compagno malato del suo ego. Presentato a Toronto, il film ha il merito di affrontare un argomento delicato come quello della violenza psicologica, tema trattato in modo diverso anche dal recente Mia di Ivano De Matteo. Perché bisognerebbe vederlo? Per imparare a riconoscere e a stare il più lontano possibile da qualcosa a cui spesso non riusciamo a dare un nome…

  • OPINIONI | Un piccolo favore, Anna Kendrick e un film da scoprire
  • VIDEO | Qui il trailer di Alice, Darling:

 

 

 

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