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A Dog Called Money | PJ Harvey e il suo messaggio di speranza e uguaglianza

Il documentario diretto da Seamus Murphy è un viaggio nella musica e nelle idee dell’artista inglese

PJ Harvey in A Dog Called Money
PJ Harvey in A Dog Called Money

MILANO – Un vero e proprio viaggio, nel mondo e nell’arte, quando la musica di PJ Harvey e le immagini di Seamus Murphy si incontrano. A Dog Called Money, il film documentario sulla cantante inglese e diretto dal fotografo e giornalista, è in arrivo sulla piattaforma Wanted Zone, la nuova sala virtuale targata Wanted Cinema, a partire dal 21 maggio. A Dog Called Money è la storia di un viaggio che è la genesi dell’ultimo album della Harvey, The Hope Six Demolition Project. I due sono partiti insieme per un viaggio tra l’America, il Kosovo e l’Afghanistan, dove le impressioni e i ricordi dei territori profondamente segnati da nuove e vecchie guerre hanno ispirato le canzoni e hanno dato vita a un ardito esperimento musicale.

PJ Harvey e il sax
PJ Harvey e il sax

Gli intermezzi del film si alternano tra i Paesi che hanno visitato e lo studio di registrazione nella Somerset House di Londra. Come in una sorta di installazione, i musicisti erano all’interno di una sala con i vetri specchiati mentre fuori il pubblico poteva assistere alla registrazione, facendo così anche dell’atto creativo della musica una performance a pieno titolo. E anche questa volta la musica di PJ Harvey è provocatoria e scomoda quando mette chi ascolta di fronte alla realtà. Canta di un tormento interiore, ma anche il tormento di popoli, di comunità, di persone. Dai saccheggiamenti e la guerra in Kosovo fino a Kabul, il Museo delle mine, i militari che ormai fanno parte della quotidianità di tutti e le rovine sulle montagne di Istelif, dove al tramonto le voci di cinque canti di preghiera riempiono il burrone, in un’atmosfera di estasi antica.

A Dog Called Money
PJ Harvey

E ancora l’estrema povertà e le antiche tradizioni dei villaggi sulle Montagne Maledette e Idameini, il confine tra Grecia e Macedonia dove ogni giorno si consuma la tragica odissea di tanti migranti. Ma accanto a questi luoghi così dissacrati, ecco che un’altra guerra si apre davanti agli occhi di PJ Harvey, questa volta in Occidente. Washington DC, la capitale, dove convivono due realtà estremamente diverse. Se da una parte il Campidoglio e la Washington federale sprizzano benessere e ricchezza da tutti i pori, la tanto temuta zona sud-est è un territorio di lotte e forti disuguaglianze sociali, dove nelle comunità tutti si stringono gli uni con gli altri per farsi forza e l’unico scopo nella vita è sopravvivere.

A Dog Called Money
In studio di registrazione

La potenza di un monumento che sembra esclamare “Dio, guarda come ci hai fatti!” è la sconsolazione per un determinato luogo e tempo in cui l’empatia per il prossimo non sembra andare troppo di moda, specialmente se l’altro ha la pelle di un altro colore. A Dog Called Money parte come documentario su una collaborazione tra due grandi artisti e il processo creativo di una delle cantanti più influenti sulla scena indie-rock degli ultimi anni, ma ben presto diventa un messaggio. La consapevolezza di quello che si nasconde sotto la superficie che vediamo e la speranza di qualcosa tanto semplice e universale, come la musica, in grado di unire i popoli e le culture.

Qui il trailer di A Dog Called Money:

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