Una Napoli pagana e spirituale, barocca e contemporanea fa da sfondo al primo thriller firmato da Ferzan Özpetek, simbolica osservatrice dei tormenti della protagonista Adriana (Giovanna Mezzogiorno) travolta da una passione inattesa. Dopo il ritorno in Turchia con Rosso Istanbul – «Un lavoro psicologico e intimo che ho amato molto anche se mi ha fatto soffrire perché sono entrato in modo sfacciato nella mia vita» – il regista è tornato a lavorare, dopo La finestra di fronte, con Giovanna Mezzoggiorno affiancata da Alessandro Borghi. Napoli Velata è anche una personale lettera d’amore alla città, come ha raccontato il regista a Hot Corn in occasione della presentazione dell’edizione Home Video del film – già disponibile su CHILI – in vendita dal 2 maggio in DVD e Blu-ray grazie a Warner Bros. Entertainment Italia.

L’ISPIRAZIONE «L’idea per Napoli Velata? Parte da una cena e da un incontro avuto molti anni fa con una dottoressa. Nacque un grande feeling ma, un certo punto della serata, mi disse che doveva andare via perché il giorno seguente avrebbe dovuto eseguire un’autopsia. Mi sono domandato cosa avrebbe provato se avesse trovato me su quel tavolo. La scelta di ambientarlo a Napoli, invece, è nata quando ho diretto lì La Traviata. Ho conosciuto un mondo pazzesco che ho cercato di portare nel film».
GIOVANNA MEZZOGIORNO «È una grandissima attrice. Se vedrete il film una seconda volta vi accorgerete di dettagli minuscoli che ha inserito nelle scene per creare il suo personaggio. È la più grande attrice che abbiamo in Italia. Si mette a totale disposizione del film. Per sedici anni ho fatto l’aiuto regista e ho visto tantissimi attori che si rifiutavano di girare determinate scene. C’erano continui divieti da parte loro. E anche oggi, quando faccio un film, ho sempre il ricordo di quell’esperienza in mente…».

LA TROUPE «Ho lavorato con persone piene di entusiasmo. Un esempio? Il finale l’abbiamo praticamente deciso insieme, parlandone sul set. L’unica scena dove mi sono sentito perso è stata quella con Anna (Bonaiuto, nda) in cui si accende la sigaretta e compare il fantasma dell’amante. Erano le quattro del mattino e non riuscivo a farmi capire. Mi sono sentito solo. Quello che dicevo cadeva nel vuoto. Lentamente ho posizionato vari membri della troupe in altrettanti punti della stanza per mostrargli cosa volevo e finalmente ci siamo capiti».
LA SCENA DI SESSO «Mi ripetevo che i personaggi di Giovanna (Mezzogiorno, nda) e Alessandro (Borghi, nda) dovevano fare sesso travolgente perché Adriana era bloccata, sola. Due giorni prima di girare ho iniziato a parlare con loro, chiedendogli aiuto. Sul set eravamo sessanta persone ma c’era un silenzio tombale. Gli davo direttive e dentro di me ero fiero perché non pensavo ne sarei stato capace. Non c’era volgarità e noi della troupe sembravamo di troppo, come se fossimo entrati nella camera da letto di due persone che si amano alla follia. In sala di montaggio volevo tagliare qualcosa ma ricordo che proprio in quel momento mi arrivò un messaggio di Giovanna che mi chiedeva di non eliminare nulla…».

NAPOLI «Nel film ho inserito i posti ai quali tenevo di più, anche se con un film non potrai mai catturare la sensazione che si prova sentendo il profumo della pizza, gli incontri fortuiti nei vicoli o l’odore del mare. Mentre facevo La Traviata ho conosciuto delle persone e attraverso loro dei luoghi diversi della città. Abbiamo girato a casa del principe Caracciolo, a Palazzo Sanchez de Leon, e ho scoperto che era già stata una delle location usate da Roberto Rossellini per Viaggio in Italia e da Vittorio De Sica per L’oro di Napoli. A Napoli c’è il mescolarsi della vera cultura italiana, il modo di vivere, l’intrecciarsi di ricchezza e povertà, cultura e ignoranza».

L’ESTETICA «Napoli Velata ha un’estetica molto curata. Un aspetto che sta diventando sempre più maniacale per me. Non riesco più a vedere un attore inquadrato male o un luogo con una luce sbagliata.Voglio differenziarmi da ciò che c’è in giro, creare immagini che sembrino quadri. Nel film è la città stessa che lo suggerisce. La prima volta che ho visto la metropolitana non mi sembrava di essere a Napoli e ho pensato che la stessa emozione l’avrebbe vissuta anche lo spettatore. Mentre guardo qualcosa penso anche a come la vedranno gli altri…»
- Qui sotto una clip di Napoli Velata, mentre il film lo trovate qui:
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