ROMA – Marco Martani è un autore intelligente e capace, altri complimenti si sprecherebbero. Parlando di fatti, tre dei suoi film da sceneggiatore hanno vinto il David di Donatello come opera prima: Notte prima degli esami, La mafia uccide solo d’estate e Se Dio vuole. È uno scrittore e anche regista. Non si fa mancare nulla. Le sue storie indagano sulle emozioni e i rapporti di amicizia: il suo nuovo film, Eravamo bambini, presentato ad Alice Nella Città della scorsa Festa del Cinema di Roma e in arrivo nelle sale il prossimo 21 marzo con Europictures, non è da meno. La storia inizia in un paese della costa calabrese, dove un pacifico trentenne viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere.

Durante il suo interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini. Minerva Pictures e Wildside in collaborazione con Vision Distribution danno vita alla terza regia di Martani. Per un Eravamo bambini puzzle emotivo e temporale, storia di amicizia, di vite spezzate e di sangue come in una versione adulta e all’italiana di Stand By Me. Con un cast corale formato, tra gli altri, da Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone e Massimo Popolizio, le esperienze di vita si uniscono nello sviluppo di un’onda crescente dove le capacità attoriali dei protagonisti e la scrittura di Martani fanno da padrone in un ottimo connubio.

Sullo schermo scorrono vite disilluse spezzate dalla ferocia e – ancora una volta – da una grande capacità davanti, e dietro la macchina da presa. Eravamo bambini è un racconto di formazione che sa bene cosa significa trascinare all’inferno (un inferno così reale, tangibile e vicino) i suoi personaggi e non ha paura di dimostrarlo.
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