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Zendaya: «Euphoria? Una serie che mi ha insegnato ad accettare i miei lati oscuri»

Tra social, giudizi e il successo: Hot Corn ha incontrato l’attrice a Los Angeles

ZEndaya in una delle immagini promozionali di Euphoria

LOS ANGELES – «Credo che molti dei miei fan abbiamo la mia stessa età: sono cresciuti insieme a me e questa è la loro storia» sottolinea Zendaya, protagonista di Euphoria, serie rivelazione ora disponibile anche in streaming su CHILI. Se l’attrice e cantante californiana nasce come star bambina di Disney Channel, nella serie tv più discussa dell’anno, interpreta Rue, teenager tossicodipendente, emblema di una generazione in cui il sesso si consuma via Internet e le droghe sintetiche sono più reperibili delle patatine. «Visto che il mio personaggio è centrato sull’adolescenza di Sam, ho sentito un’enorme responsabilità» spiega Zendaya, riferendosi al regista e scrittore Sam Levinson. Bellezza fuori dalla norma, tailleur arancione e sulle unghie tatuate le parole “un giorno/ dopo l’altro”, l’attrice ammette: «Forse al principio ho dubitato delle mie capacità perché temevo che il pubblico mi vedesse solo come la ragazzina della Disney. Ma Sam ha visto in me dell’altro e mi è bastato leggere lo script per saltare subito a bordo».

Zendaya è Rue in Euphoria

SOTTO I RIFLETTORI «Nella mia infanzia ho avuto parecchie responsabilità che in genere non si hanno a quell’età, come mantenere la mia famiglia. Onestamente, sono cose che possono avere ripercussioni negative nella propria vita. Il punto è che ognuno fa i conti con la propria storia e non è giusto giudicare le vite degli altri o avanzare presunzioni. Credo che, in ultima analisi, sia questo che Euphoria ci insegna: non puoi sapere se le scelte degli altri siano giuste o sbagliate perché ciascuno ha le proprie ragioni e la propria storia che non possiamo conoscere. Io faccio del mio meglio per non giudicare nessuno, per fare un passo indietro e capire che ciascuno è impegnato nella propria battaglia».

Zendaya sul red carpet di Euphoria

SUL SET DI EUPHORIA «Ci sono stati giorni più facili ed altri in cui non riuscivo a smettere di piangere. Penso sopratutto alla scena del litigio tra Rue e sua madre, in cui Sam ha voluto che improvvisassimo. Ci ha chiesto di spingerci verso territori oscuri, fino a sprofondare. Io sono una persona tranquilla e non mi piace gridare, anzi, credo di non avere mai gridato in vita mia. E quando ho dovuto farlo, spingendomi oltre l’oscurità sia fisicamente che emozionalmente, mi sono sentita male. Davvero, pensavo di vomitare l’anima».

Hunter Schafer e Zendaya sul set di Euphoria

SOCIAL & GIUDIZI «La gente pensa che i ragazzi di oggi abbiamo tutto a portata di mano e ogni cosa sia più semplice ma non è così. Basta pensare alla pressione dei social che ultimamente ha coinvolto anche me. Provo a non pensare a quanti follower abbia ma è difficile riuscirci e la cosa mi dà ansia, nonostante la mia posizione sia più facile rispetto a quella di altri. Pubblichi una foto e  subito s’innescano reazioni istantanee che ti fanno venire voglia di cancellare tutto. La chiave per comprendere le nuove generazioni, come dicevamo anche con Sam, è la compassione e provare a capire ciò che stanno passando invece di ritenerli responsabili di ogni male».

Sul set di Euphoria

DRAKE «È stato un grande, ha fatto tanto per questa serie per quanto riguarda il marketing ed ottenere il supporto necessario per realizzarla. Anche perché questo è uno show piuttosto intenso e diverso da quanto si è visto finora».

Drake, Sam Levinson e Zendaya sul red carpet di Euphoria

SAM LEVINSON «Sam è il guru quando c’è da far piangere qualcuno sul set, nel senso che sa sempre come aiutarci quando dobbiamo girare scene particolarmente emozionali e intense. Sa come parlarci e ho dovuto contare molto su di lui per comprendere il personaggio di Rue perché il mio cervello arriva a capirla solo fino a un certo punto. Questa è la storia di Sam e grazie alle nostre lunghe conversazioni sono riuscita ad arrivare ovunque lui volesse; se lui non si fosse aperto con noi, lo show non sarebbe mai esistito. E anche se questa non è stata la mia storia, quando si recita bisogna essere in grado ad accedere ai propri luoghi oscuri, ognuno li ha».

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Qui potete vedere un video dal dietro le quinte di Euphoria:

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