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Una mamma per amica 20 anni dopo | Le ragazze Gilmore e il potere della nostalgia

Il 5 ottobre del 2000 debuttava in America la serie cult di Amy Sherman-Palladino con Lorelai & Rory

una mamma per amica

ROMA – Basta un La, quello del tema scritto da Sam Phillips, per riportarci a Stars Hollow, immaginaria cittadina del New England che ha fatto da sfondo alle otto stagioni di Una mamma per amica. La serie ideata da Amy Sherman-Palladino che esordì in America il 5 ottobre del 2000 registrando oltre quattro milioni di spettatori diventando negli anni una delle serie più amate oltreoceano. In Italia arrivò solo due anni più tardi ma l’accoglienza fu la stessa. Merito della parlantina veloce di Lorelai (Lauren Graham) e Rory Gilmore (Alexis Bledel), rispettivamente madre single e figlia adolescente legate da un rapporto profondo di amore e complicità suggellato da quantità impressionanti di junk food e litri di caffè.

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Il cappellino di Luke, i libri di Rory, l’insegna di Stars Hollow… Illustrazione di Art Creations Design

Quello di Luke’s ovviamente. Il locale all’angolo sulla piazza della cittadina gestito da Luke Danes (Scott Patterson), proprietario burbero ma dal cuore d’oro con un cappellino da baseball sempre in testa – rigorosamente al contrario – e un’avversione (premonitrice!) per i telefoni cellulari. Il luogo che ha fatto da sfondo a centinaia di sequenze della serie che vent’anni dopo la sua prima messa in onda rappresenta, senza paura di essere smentiti, lo show perfetto. Quello che non invecchia mai e che, anzi, a ripensaci oggi, ha anticipato una tendenza e un movimento globale senza dover ricorrere a sottolineature forzate, senza bisogno di rivendicare nulla. Perché se guardiamo a Lorelei e Rory ci accorgiamo di aver avuto in bella vista davanti a nostri occhi due personaggi femminili forti, indipendenti e liberi di essere imperfetti.

Alcuni dei protagonisti di Una mamma per amica in versione adesivo

Stesse qualità che per anni – salvo qualche eccezione – hanno latitato al cinema e in tv e che, al contrario, da qualche anno a questa parte – complice l’onda lunga del #MeToo e dei movimenti femministi – abbiamo ritrovato in Fleabag o in Mrs. Maisel. Una mamma single che cresce da sola una figlia modello che sogna Harvard mentre cerca di realizzarsi (riuscendoci) come professionista. Per alcuni potrebbe essere una favola inverosimile ma Amy Sherman-Palladino, prima di raccontarci le avventure di un’aspirante stand up comedian dell’Upper West Side – ci ha mostrato invece che realizzare i propri sogni, non senza fatica, è possibile. E lo ha fatto parlando non a una ma a ben due generazioni di donne, quella adulta di Lorelai e quella adolescente di Rory, influenzandole (compresa chi scrive) a seguire e alimentare la loro parte più ambiziosa.

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Due ragazze e un divano. L’illustrazione realizzata per lo speciale Netflix

Altro merito di Una mamma per amica è stato quello di infarcire gli episodi con citazioni continue che oscillavano tra il pop e l’impegnato, dal teatro al tv, dalla letteratura al cinema passando per politica e musica di ogni genere (qualcuno ha detto The Bangles?). Un concentrato citazionista che ha spinto più di uno spettatore ad andare a cercare chi fosse la poetessa letta da Rory o la band ascoltata (segretamente) da Lane (Keiko Agena). A rendere la serie il successo che è stato – perfetto per maratone di binge watching – anche una serie di co-protagonisti unici: dall’odiosa quanto irresistibile Paris Geller (Liza Weil) allo strambo Kirk (Sean Gunn) – ricordate tutti il suo film sperimentale in bianco e nero, vero? – dai nonni Emily e Richard Gilmore (Kelly Bishop ed Edward Herrmann) a Sookie, la cuoca geniale e goffa con il volto di Mellissa McCarthy.

Team Jess

Non poteva di certo mancare la componente sentimentale in Una mamma per amica. Noi di Hot Corn abbiamo sempre fatto il tifo per Luke, ovviamente, e se ci venisse chiesto di scegliere tra Team Dean e Team Jess, beh non avremmo dubbi: Jess Mariano, aka Milo Ventimiglia, per sempre. Ma forse, ciò che rende la serie di Amy Sherman-Palladino così popolare vent’anni dopo è quell’onda di nostalgia e calore che ci invade a ripensare alle cene del venerdì e a Paul Anka, a Babette e Miss Patty, ai passi falsi di Rory che l’hanno resa più umana e alla nostra adolescenza passata a sognare un pomeriggio d’autunno a Stars Hollow tra un caffè di Luke e quattro chiacchiere con le ragazze Gilmore. Ma, sopratutto, a quel legame autentico tra una madre e una figlia che non sempre si sono capite ma che non hanno mai smesso di amarsi. «Where you lead, I will follow. Anywhere, that you tell me to».

Qui potete riascoltare il tema di Sam Phillips:

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