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The Beatles: Get Back. O di come Peter Jackson ha riscritto l’ultimo capitolo dei Fab Four

Una docuserie di tre episodi che ricompone le pagine della storia dei Beatles. Pura meraviglia. Su Disney+

The Beatles: Get Back
The Beatles: Get Back

ROMA – Nel 1966 Esquire pubblicò un lungo articolo intitolato Frank Sinatra Has a Cold firmato da Guy Talese. Un profilo sul crooner di New York che il giornalista scrisse senza mai parlargli direttamente ma osservandolo da lontano ed entrando in contatto con persone a lui vicine. Nasceva così quello che passò alla storia come il New Journalism, un nuovo modo per l’appunto di intendere il giornalismo in cui chi scriveva diventava come “una mosca sul muro” che ascoltava e guardava tutto quello che accadeva senza farsi notare. Un po’ come ha fatto, per sua stessa ammissione Peter Jackson in The Beatles: Get Back, docuserie Disney+ arriverà in esclusiva sulla piattaforma il 25, 26 e 27 novembre.

The Beatles: Get Back
Un’immagine di The Beatles: Get Back

Sessanta ore di filmati e centocinquanta di registrazioni inedite che il regista, in quattro anni di lavoro, ha trasformato in tre episodi di oltre due ore l’uno. Filmati e registrazioni girati da Michael Lindsay-Hogg nel 1969 per immortalare le sessioni di Let it be negli studi di Twickenham – poi trasformate nel film Let It Be – Un giorno con i Beatles – rimasti chiusi sotto chiave per cinquant’anni e che Peter Jackson ha riportato alla luce. Per chi scrive e prova a immaginare l’emozione di trovarsi davanti ad un tesoro del genere è come se Jackson si fosse trasformato in un moderno Indiana Jones.

Un momento del concerto sul tetto della sede della Apple

Il risultato è sbalorditivo per chiunque abbia amato e ama i Fab Four. The Beatles: Get Back riscrive la Storia dei Beatles e di Let it be, da sempre considerato il periodo più buio della band. Perché se è vero che le tensioni c’erano eccome – ancora oggi è sconvolgente vedere George Harrison lasciare il gruppo nel bel mezzo delle prove – è vero anche che la docuserie ci regala dei momenti di pura gioia. John, Paul, George e Ringo che ridono, scherzano, si prendono in giro e fanno quello che li ha resi la band più grande di sempre (sì, fan dei Rolling Stones, avete letto bene): si siedono vicini e suonano. Non importa che sia una loro canzone completamente riarrangiata o I shall be released di Bob Dylan, insieme quei quattro ragazzi di Liverpool riuscivano a ricreare la magia dei primi giorni, quando erano solo un gruppo di adolescenti che si faceva chiamare con un altro nome.

The Beatles: Get Back
Un momento di prove ripreso in The Beatles: Get Back

Non ci sono interviste in studio o testimonianze dell’epoca. The Beatles: Get Back vive e cresce grazie alle loro parole, alle loro melodie. Peter Jackson è stato davvero una mosca sul muro che ha osservato e ascoltato tutto quell’incredibile materiale per poi dare vita a un flusso narrativo che dall’iniziale idea di scrivere e registrare 14 nuove tracce, girare un film e tornare a suonare live a due anni di distanza dalla loro ultima esibizione culmina con le immagini del concerto sul tetto della sede della Apple, al numero 3 di Savile Row a Londra.

Ringo, John, Paul e Yoko in una scena della docuserie

In mezzo troverete John e Yoko, tazze di tè, Paul e Linda, momenti di stallo, pinte di birra, Billy Preston, litigi, Mal Evans, scherzi, Ringo e Maureen, cover, tenerezze, tentativi di riappacificazione, tensioni, prove e tanto altro ancora. Vi sembrerà di essere anche voi lì – a Twickenham prima e nella sede della Apple poi – ad ascoltare John, Paul, George e Ringo cercare di farsi venire in mente qualche idea per dei nuovi brani da scrivere e arrangiare in soli 21 giorni. E resterete a bocca aperta nel guardare Paul una mattina qualunque del 1969 suonare degli accordi a caso alla chitarra e vederlo creare l’attacco di Get Back con Ringo e George seduti davanti ad aspettare John (sempre) in ritardo.

Peter Jackson
I Beatles e Yoko Ono in una scena della docuserie di Peter Jackson

The Beatles: Get Back è un regalo per ogni fan dei Beatles che, nonostante siano passati oltre cinquant’anni dal loro scioglimento, non ha mai smesso di provare lo stesso entusiasmo per la musica di quei ragazzi ancora oggi magnetici. È impossibile levare loro gli occhi di dosso, come in un incantesimo John, Paul, George e Ringo continuano a stupire, a svelare parti di sé che non conoscevamo. C’è una profonda onestà nella docuserie di Peter Jackson che è stato molto attento con il montaggio di Jabez Olssen a far sì che nulla venisse distorto e a lasciare che fossero quei quattro ragazzi a raccontare la loro storia. Il risultato è un ritratto sincero di un gruppo di amici seduti uno davanti l’altro che con un’occhiata riuscivano a comunicare creando musica capace di attraversare generazioni ed arrivare, meravigliosamente intatta nella sua grandezza, fino a noi. Una magia. Quella dei Beatles e quella di Peter Jackson.

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Qui potete vedere il trailer di The Beatles: Get Back:

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