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Tra Bong Joon-ho, il futuro e la lotta di classe | Ma com’è Snowpiercer?

Tratta dal fumetto Le Transperceneige, la serie vede protagonisti Daveed Diggs e Jennifer Connelly

Snowpiercer

MILANO – Era il 2004 quando Bong Joon-ho, impegnato nella pre-produzione di The Host, scovò una graphic novel francese tra gli scaffali del suo negozio preferito di fumetti a Seul. Si trattava di Le Transperceneige, fumetto post apocalittico creato da Jacques Lob e Jean Michel Charlier. Dopo aver convinto Park Chan-wook a produrne la pellicola con la sua Moho Films, nel 2013 Snowpiercer divenne il primo film in lingua inglese del regista coreano. Oggi, dopo i quattro Oscar vinti per Parasite,  Joon-ho è tra i produttori esecutivi dell’omonima serie – già disponibile su Netflix – creata da Graeme Manson, nome dietro il successo di Orphan Black.

Snowpiercer
Una scena della serie

Rispettando la timeline del fumetto, le vicende raccontate in Snowpiercer si svolgono otto anni prima di quelle raccontate nel film e a sette anni di distanza dall’evento che ha dato il via ad una nuova era glaciale. Il mondo è ormai un’infinita distesa di ghiaccio con una temperatura costante di 117 gradi sotto lo zero a causa di un fallito esperimento scientifico per porre fine al surriscaldamento globale. Gli unici sopravvissuti sono gli ospiti dello Snowpiercer, treno a moto perpetuo – o futuristica arca di Noè – ideato dal misterioso Mr Wilford che si muove incessantemente intorno alla Terra.

Snowpiercer
Lo Snowpiercer

Se l’idea iniziale era quella di ospitare solo facoltosi passeggeri, dopo l’assalto di un gruppo di uomini e donne disperati e condannanti a morte certa, il treno trasporta ora 3.000 persone divise tra le 1001 carrozze del convoglio. Mentre in testa al treno la vita scorre nel lusso, nei vagoni posteriori i passeggeri vivono in condizioni di povertà assoluta, tra malnutrizione, diritti negati e desiderio di ribellione. I due mondi si scontrano quando Layton Well (Daveed Diggs), ultimo detective rimasto sulla Terra, viene chiamato da Melanie Cavill (Jennifer Connelly), braccio destro di Mr Wilford, ad indagare su un omicidio avvenuto nella terza classe.

Jennifer Connelly è Melanie Cavill

Esteticamente debitore del lavoro fatto sugli interni per il film di Bong Joon-ho, Snowpiercer mostra la divisione di classe nell’uso dei colori e delle geometrie rimarcando nella sceneggiatura – con un’insistenza che risulta iperbolica – quanto ciò che stiamo vedendo altro non sia che una metafora della disparità socio-economica che ci circonda. Dieci episodi che mescolano fantascienza e dramma, thriller e scenari post-apocalittici che non hanno però la forza del suo predecessore cinematografico.

snowpiercer
Un’immagine della serie

Uno show che troverà il suo pubblico – una seconda stagione è già stata confermata con l’entrata nel cast di Sean Bean -, ma altalenante nel risultato. Colpa di una mancanza di messa a fuoco costante, forse dovuta anche alle traversie produttive, che mischia troppe linee narrative senza riuscire a gestirle con la chiarezza e l’originalità necessarie. Ma ciò che, a nostro avviso, più di tutto non permette a Snowpiercer di convincere è l’assenza ciò che, al contrario, aveva reso il film di Bong Joon-ho, il miglior sci-fi degli anni Duemila: un realismo brutale e personaggi magnetici.

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Qui potete vedere il trailer di Snowpiercer:

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