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Coyotes | Le Giovani Marmotte e una manciata di diamanti, tra Outer Banks e tanti cliché

È una delle serie più viste in Belgio, ora disponibile anche in Italia. Ma com’è davvero?

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Tra le serie più di successo in Belgio: Coyotes

MILANO – Una campo scout nel bosco popolato da adolescenti che forse prendono un po’ troppo sul serio il loro ruolo, una manciata di diamanti che – necessariamente – erano stati nascosti da malviventi e l’incertezza di riuscire a sfuggirgli. C’è un po’ di tutto in Coyotes, la serie approdata ora su Netflix che negli scorsi mesi ha ottenuto un successo incredibile in Belgio, diretta da Jacques Molitor e Gary Seghers. Se nei suoi sei episodi ci sono così tanti cliché, è solo perché la serie appartiene pienamente al suo genere, un drammatico thriller adolescenziale che vede gli eredi delle Giovani Marmotte alle prese con affari più grandi di loro. Ma tutto il successo che ha riscontrato è davvero meritato?

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I protagonisti di Coyotes

I Coyotes sono un gruppo di quattro ragazzi molto affiatato all’interno del campo scout, con tanto di gerarchia e nomi in codice. Il nuovo arrivato, Kevin, deve provare la sua lealtà per entrare a farne parte. Decisamente una mossa sbagliata abbandonare il campo di notte per andare nel vicino paese a cercare della droga, ma in confronto a quello che accadrà dopo glielo si può anche perdonare. Sotto l’effetto delle sostanze, il ragazzo trova dei diamanti che – ovviamente – porta con sé. I ragazzi, tutti coinvolti alla fine, si ritrovano così non solo ad Anversa a vendere le pietre preziose per una borsa con dentro un milione e mezzo, ma anche alle calcagna i veri proprietari di quei diamanti che, come è comprensibile, li rivogliono indietro.

Una scena di Coyotes

Inizia allora una caccia all’uomo tra il piccolo paesino e in mezzo ai boschi, in cui ci vanno di mezzo anche Marie, la ragazza di cui Kevin si è innamorato, e l’odioso fratello che non gli dà un attimo di tregua su ordine del padre. Litigi, corse affannate nel bosco e tante grida di paura e disperazione: per gli amanti del genere, Coyotes è un pane quotidiano. Ci sono il mistero che si costruisce pian piano con ogni episodio, l’azione (anche se a volte lascia un po’ a desiderare), il gruppo affiatato che nonostante le incomprensioni torna sempre ad aiutarsi e una conclusione che, tutto sommato, non lascia l’amaro in bocca. È dark e cupo, anche se non mancano momenti leggeri che rasentano la commedia. L’obiettivo è quello di un dramma molto serio, anche se a un certo punto sbuca fuori dal nulla una performance musicale.

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La versione nei boschi di Outer Banks: Coyotes

Storie di adolescenti che si buttano a capofitto in un’avventura e si immischiano troppo a fondo, e che di solito coinvolgono elementi criminali, è un formato che gira da molto tempo. Soprattutto le nuove serie sembrano apprezzare particolarmente questi sviluppi e Coyotes altro non è che la versione boscaiola di Outer Banks, l’originale Netflix che lo scorso anno ha riportato in auge il format. La serie non è da scartare, ma nemmeno così eclatante. Si ferma a quel livello superficiale che sembra condividere con una miriade di altri titoli. Nel frattempo in Belgio continua ad essere tra le produzioni originali più viste, e noi abbiamo trovato un’altra storia che magari ci appagherà mentre la guardiamo, ma di cui non ricorderemo molto dopo i titoli di coda.

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