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Yo Soy El Pedro | L’opera struggente di un formidabile genio: Pedro Almodóvar

Dalla movida a Madrid alle riflessioni di Dolor Y Gloria: il genio spagnolo in 10 immagini

Colori e cuore: Pedro Almodóvar in una rielaborazione grafica.

PARIGI – «Ser director de cine en España es como ser torero en Japón». E allora, a conti fatti, il viaggio non è stato davvero niente male per un torero giapponese: quarant’anni di cinema, settant’anni di vita (il prossimo 25 settembre), un Leone d’oro in arrivo, un lascito culturale enorme, un mosaico creato da ventuno film con dentro personaggi meravigliosi, da Agrado in Tutto su mia madre fino all’alter ego Salvador Mello di Dolor Y Gloria. Ventuno tappe, dalla Madrid post-Franco di Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio – era il 1980 – all’Oscar per Tutto su mia madre, da Calzada de Calatrava a Hollywood e ritorno. Senza mai tradire. Senza mai tradirsi, fedele a un’idea di cinema colorata, umana, meravigliosa.

Yo Soy El Pedro.

Per celebrare il Leone a Venezia – e l’arrivo in digitale di Dolor Y Gloria (lo trovate qui su CHILI) – abbiamo cercato di ripercorrere il viaggio di un maestro di colori e sentimenti, fermando dieci passaggi, dieci tappe che non sono solo i momenti più importanti, ma anche attimi di passaggio, tra Berlino, la Spagna e Venezia. «Sono molto emozionato per il regalo di questo Leone d’Oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra. Ci sono venuto la prima volta nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato, la prima volta che uno dei miei film usciva dalla Spagna. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo».

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