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Quindici anni dopo | E se Una Notte da Leoni fosse davvero l’ultimo fenomeno comico?

Era il 19 giugno 2009 quando usciva il film di Todd Phillips. Che diventò un vero (e inaspettato) caso

MILANO – Un successo inaspettato, l’ultimo autentico fenomeno comico capace di incassare quasi 500 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il film demenziale più celebre di tutti i tempi nonché la pellicola ambientata a Las Vegas con il maggior numero di biglietti venduti. In Italia The Hangover uscì il 19 giugno 2009 – solo due settimane dopo l’uscita americana – con l’azzeccato titolo Una notte da leoni, tenendo in piedi l’intera stagione estiva dei multiplex sparsi per il territorio e garantendo, forse solo per una stagione, la sopravvivenza dei vecchi monosala in località balneari. Quindici anni fa il passaparola diventò virale e parliamo di un’epoca molto lontana in cui Facebook e Twitter cominciavano ad affacciarsi, Instagram non esisteva, e i social non erano ancora il luogo virtuale in cui esprimere obbligatoriamente un parere su tutto.

Sui tetti di Las Vegas, dove tutto ebbe inizio

L’energia, il ritmo scatenato, la sequenza senza sosta di gag assurde e trovate slapstick oltre l’immaginabile: tutti ingredienti che hanno contribuito in poco tempo a rendere Una notte da leoni  un must della comicità, un nuovo termine di paragone che ha generato due sequel simpatici ma meno effervescenti e un filone intero di “notti alcoliche” di gruppi di amici o amiche alle prese con addii al celibato o al nubilato, compleanni, festeggiamenti vari (dal teen movie Un compleanno da leoni alla vera e propria versione al femminile Crazy Night – Festa col morto) sempre con il titolo a rimandare all’originale del 2009.

Di notte leoni, di mattina…

Un terzetto di attori ancora non molto conosciuti allora – Bradley Cooper il leader belloccio al punto di svolta e molto (molto) prima di Maestro (!), Ed Helms l’ingenuo dalla popolarità crescente con The Office US, Zach Galifianakis la furia distruttiva – è il motore comico del film, affiatato e disposto a tutto pur di ritrovare l’amico perduto, dal momento che la dignità è stata già persa durante la notte appena trascorsa, convinti di essersi prestati alla “classica sbronza da addio al celibato” e invece vittime inconsapevoli degli effetti del roofis, ovvero la droga dello stupro. Il risveglio in una suite del Caesars Palace è leggenda: stanze devastate, una gallina che gira per la stanza, una tigre in bagno, un neonato in uno sgabuzzino, qualcuno si trova perfino sposato e senza un dente.

Ed Helms, Zach Galifianakis, Bradley Cooper. E Mike Tyson

La genialità del regista Todd Phillips e degli sceneggiatori, Jon Lucas e Scott Moore, è quella di raccontare gli eventi attraverso la ricostruzione dei protagonisti durante il loro giorno di postumi da sbornia, quello che viene appunto ribattezzato “hangover”. E si troveranno, incredibilmente, ad avere a che fare anche con Mike Tyson e la criminalità cinese. Da antologia il guizzo finale: noi spettatori vediamo insieme agli stessi protagonisti le autentiche immagini della notte trascorsa grazie al ritrovamento della macchina fotografica di uno di loro. La scelta unanime sarà quella di cancellarle, non prima però di aver scatenato le ennesime, fragorose, risate. Provate a rivederlo oggi: fa ridere esattamente come quindici anni fa.

  • RE-VISIONI | Film di ieri rivisti oggi? Sì, esattamente. Dove? Qui.
  • VIDEO | Qui il trailer del film:

 

 

 

 

 

 

 

 

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