in

Macbeth | Estro, estetica e tragedia nel folgorante film di Joel Coen

I protagonisti? Denzel Washington e Frances McDormand. Prodotto da A24, l’opera è su Apple TV+

(The Tragedy of) Macbeth, diretto da Joel Coen e prodotto da A24
(The Tragedy of) Macbeth, diretto da Joel Coen e prodotto da A24

ROMA – Come fosse prosa filmica, più di un’estetica estrema e folgorante. Ancora, un cinema del passato che incontra l’avanguardia, il post-moderno, la ricerca esteriore di una messa in scena pazzesca, tanto citazionista quanto squisitamente innovativa e, a modo suo, coraggiosa. Così, racchiuso in un formato 1.19:1, che tanto ricorda il cinema espressionista tedesco (le influenze di Paul Wegener, di Friedrich Wilhelm Murnau e di Robert Wiene sono marcate, ma ritroviamo anche Bergman, a cominciare da Il Settimo Sigillo) il Macbeth di Joel Coen – il primo film diretto e scritto senza il fratello Ethan – diventa un’esperienza cinematografica totalmente fuori dal comune, e quindi complessa, bellissima e in qualche modo epifanica.

Denzel Washington è Lord Macbeth nel film di Joel Coen
Denzel Washington è Lord Macbeth nel film di Joel Coen

Come fosse un quadro metafisico, l’ascesa alla pazzia di Lord Macbeth (interpretato da un incredibile Denzel Washington) è un incubo vivo e limpido, puntellato da i corvi neri e dalle inquietanti streghe (Kathryn Hunter, che vale da sola l’intera visione), dalle ombre lunghe e dallo sguardo intangibile di Lady Macbeth (Frances McDormand), ossia la miccia che accende le aspirazioni al trono del suo folle marito. Tenendo ben impresse le parole immortali di Shakespeare, ma intanto percorrendo una strada che rompe ogni forma o regola, The Tragedy of Macbeth (titolo originale, con cui è passato al New York Film Festival prima di arrivare su Apple TV+) pur utilizzando un formato quadrato riempie lo schermo di essenza visiva, mantenendo parallelamente (e sorprendentemente) più approcci: c’è il teatro, c’è il cinema, c’è il videoclip.

Le streghe di The Tragedy of Macbeth
Le streghe di The Tragedy of Macbeth

Assoluto e straordinario il lavoro di scenografia fatto da Stefan Dechant, che destruttura lo spazio per farne davvero un sogno, di quelli che ricordi bene, appena sveglio, quando la realtà fa a botte con l’immaginazione. Ecco, per Joel Coen sia verità che irrealtà sono la stessa cosa; sovrappone i piani, facendo del film un dramma storico e una tragedia pronta ad esplodere, mentre al centro c’è un guerriero disposto a tutto pur di vedere realizzata la visione profetizzata dalla Strega. Senza sbagliare nulla, ma vestendo addirittura panni orrorifici e splendidamente inquietanti, il Macbeth di Coen (che tra l’altro rimarca il visionario estro produttivo di A24) sviscera il testo originale esaltandone sillogismi e metafore socio-politiche: un coraggioso soldato che sale al trono, bagnando con il sangue la corona. Ed è qui che la potenza narrativa e visiva arriva allo spettatore, ammaliato e inquieto quando fissa gli occhi pulsanti di Denzel Washington, che senza mai alzare i toni resta addosso alla scena senza mai mollare la presa.

Joel Coen e Frances McDormand sul set di The Tragedy of Macbeth
Joel Coen e Frances McDormand sul set di The Tragedy of Macbeth

Come il suo Lord Macbeth, ossessionato da sé stesso e spinto al limite da quella moglie che avrebbe agito diversamente una volta arrivata al potere (ci dice sotto-traccia il film), l’attore fa i conti con il tempo e la catarsi, rendendo tridimensionale e a tratti tangibile la sua interpretazione, illuminata dalla fotografia (in bianco e nero) di Bruno Delbonnel come se fosse in un quadro del de Chirico. Joel Coen dunque costruisce la tragedia rifacendosi all’arte di un cinema che osa, crea e sperimenta; gioca con le ombre, con i rumori e con i suoni, plasmando l’immagine in base alle emozioni del racconto. Addirittura rende percettibile l’odore inconsistente della nebbia. E se anche la colonna sonora di Carter Burwell merita la giusta citazione, essendo quasi una sorta di personaggio che pare arrivare dritta nelle orecchie di Lord Macbeth per quanto preponderante, allora l’opera stilistica si fa materiale sopraffino, in bilico tra il formalismo e l’ultra-pop, tra il palcoscenico e la pellicola, tra la morale e l’istinto. Assolutamente imperdibile.

Qui il trailer originale di Macbeth:

Lascia un Commento

Hotel Transylvania

«Hotel Transylvania 4? Liberatorio e folle»: Andy Samberg e Selena Gomez raccontano il film

My French Film Festival

My French Film Festival | Da Playlist a Sigaro al Miele: 5 film da vedere in streaming