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Céline Sciamma: «Ritratto Della Giovane in Fiamme? Un film femminile e femminista»

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Ritratto Della Giovane in Fiamme: il bacio tra Héloïse e Marianne
Ritratto Della Giovane in Fiamme: il bacio tra Héloïse e Marianne

ROMA – A 41 anni Céline Sciamma è ormai un’autrice affermata, una regista che non ha paura ad esprimere la propria visione del mondo, con una poetica definita e nitida. Uno stile, il suo, che accarezza storie di grande forza, con protagoniste indimenticabili. Come nell’ultimo Ritratto della giovane in fiamme, presentato all’ultimo Festival di Cannes dove ha conquistato il premio per la migliore sceneggiatura (riconoscimento vinto anche agli ultimi EFA). Una vicenda, ambientata in un’isola bretone nel ‘700, che ruota attorno all’amore tra Héloïse, destinata alle nozze con un nobiluomo milanese e la pittrice Marianne a cui la madre della ragazza (Valeria Golino) commissiona un ritratto della figlia come dono per il pretendente. Héloïse, però, non ha alcuna intenzione di sposarsi e di posare per un quadro. L’artista, così, deve fingersi amica della donna per ritrarla di nascosto. La frequentazione diventa giorno dopo giorno una passione impossibile da negare, che rappresenta per le due una via d’uscita da una vita troppo limitata.

Ritratto della giovane in fiamme
Noémie Merlant e Adèle Haenel

Ritratto della giovane in fiamme possiede una qualità rara, ovvero la capacità di parlare d’amore in maniera universale, pur partendo da una vicenda intima e privata. «Il film riempie un vuoto che aspettavano tanto di vedere sul grande schermo. Credo che per la prima volta possa contribuire a creare un immaginario nuovo, femminile e femminista» ha detto Céline Sciamma. Una volontà che per l’autrice si è espressa soprattutto a livello narrativo. «È il racconto ad essere nuovo, grazie ad una messa in scena in cui viene scardinato il solito gioco di potere tra i personaggi. Ci hanno sempre raccontato che una buona scena dovesse incarnare un conflitto, ma io volevo uscire dalle convenzioni e volevo rappresentare un rapporto basato sulla parità, sull’uguaglianza totale. Tutto questo per dare allo spettatore qualcosa di nuovo, senza cliché».

Ritratto della giovane in fiamme
Noémie Merlant e Valeria Golino

In un cast tutto al femminile dove brillano Noémie Merlant (Héloïse), Adèle Haenel (Marianne) e Luàna Bajrami, la cameriera Sophie, protagonista di una delle sequenze più toccanti, la presenza di Valeria Golino contribuisce a dare ancora più spessore alla storia. È lei la madre severa che sogna per la figlia un destino di tranquillità, ma forse senza il vero amore. «Dopo aver letto la bellissima sceneggiatura mi sono chiesta cosa ci stessi a fare lì, quale fosse il mio ruolo. Avrei dovuto forse rappresentare il pericolo per le due protagoniste? Céline mi ha subito bacchettata perché, appunto, voleva far emergere l’armonia del loro rapporto. Come si fa allora a raccontare la felicità? L’ho capito sul set, dall’emozione che ho provato. Tranne per i capelli brutti a cui mi sarei dovuta opporre» ha raccontato l’attrice sorridendo. «A parte gli scherzi, non so se riesco ad esprimere la mia ammirazione. Era tutto intenso e intenso per tutte, eravamo emozionate ad essere lì in quel momento. L’atmosfera è stata rigorosa e libera allo stesso tempo. Ho portato quello che ho potuto, ho finto il meno possibile» ha poi concluso.

Ritratto della giovane in fiamme
Noémie Merlant di spalle

In certe atmosfere Ritratto della giovane in fiamme ricorda il capolavoro di Jane Campion, Lezioni di piano. Un paragone che l’autrice può essere solo lusinghiero. «Non amo parlare di ispirazioni o omaggi, ma di amicizia. Sì, Ritratto della Giovane in Fiamme e Lezioni di Piano sono film amici, che si tengono la mano. Quanto alla ricostruzione delle atmosfere storiche mi piace pensare anche a Rohmer. Da questo punto di vista ho voluto eliminare l’aspetto mondano, proprio per essere più vicina possibile al mondo delle protagoniste, che certo non avevano occasioni per mettersi in mostra. O anche solo per leggere o ascoltare della musica». E se si parla del cuore del film, la regista non ha dubbi. «Sono due donne che si amano e che insieme costruiscono un immaginario amoroso accogliente e aperto. Non è certo un film sulle violenze e i soprusi subiti dalle donne nei secoli, ecco perché non ci sono uomini» ha spiegato Céline Sciamma.

Ritratto della giovane in fiamme
Adèle Haenel è Marianne

Eppure, molte cose erano precluse alle pittrici come Marianne. «Ha dovuto far firmare un quadro a suo padre per poterlo vedere esposto. Sì, le donne non avevano né le stesse opportunità degli uomini né diritti. Ad esempio non potevano dipingere un uomo nudo e non per pudore, ma una questione di educazione. In questo modo molte artiste non sono riuscite a realizzare grandi dipinti. Come stiamo messi oggi? Risponderò in maniera semplice: bisogna dare più soldi alle registe per fare i loro film. Questo è l’unico modo per ottenere pari diritti».

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Qui il trailer ufficiale di Ritratto della Giovane in Fiamme:

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